Ballottaggi comunali: M5S non vota né destra né sinistra. Prende i voti Pd e non ricambia

Ballottaggi comunali: M5S non vota né destra né sinistra. Prende i voti Pd e non ricambia
Ballottaggi comunali: M5S non vota né destra né sinistra. Prende i voti Pd e non ricambia (Foto Ansa)

ROMA – Ballottaggi comunali: M5S, o meglio il suo elettorato, al ballottaggio non vota né a destra né a sinistra. Si astiene a gran maggioranza l’elettore che aveva votato M5S al primo turno. Non si riversa sul candidato del centro destra (in realtà più destra che centro) e neanche su quello del centro sinistra. E nemmeno si divide tra i due schieramenti. Se la domanda politica insita in questi ballottaggi senza candidato M5S (con l’unica eccezione di Campobasso) era: chi votano, dove vanno gli elettori M5S quando M5S non c’è? La risposta è: vanno ad astenersi.

Nella risposta dell’astensione c’è, raccolta al fondo ma in fondo esplicita, anche altra risposta: l’elettorato M5S non ha alcuna voglia e predisposizione a votare centro sinistra, neanche in funzione anti Lega/Salvini. La prova è piccola per quantità ma rilevante per qualità: Sud, Campobasso, unico candidato M5S al ballottaggio va a vincere sfiorando il 70 per cento dei voti espressi. Vuol dire, è evidente che qui il Pd ha votato candidato M5S contro candidato della destra. Ma a due passi da lì, Termoli, il ballottaggio era tra candidato centro destra e candidato centro sinistra. Vince la destra, non un voto di M5S si riversa a sinistra. Dunque l’elettore Pd si sente più o meno in dovere di votare M5S in funzione anti Lega mentre elettore M5S non ricambia. Elettore M5S non condivide alcuna logica né sentimento politici per avvicinarsi al Pd contro una destra che gli sarebbe più estranea.

Sono due risposte politico elettorali (quella della astensione di massa dell’elettorato grillino, 52 per cento la affluenza totale al voto, e quella del niente voto al Pd in funzione anti Lega da parte M5S) forse perfino più importanti del risultato complessivo dei ballottaggi comunali. Ballottaggi che si stanno chiudendo con un sostanziale pareggio: centro sinistra si prende o tiene Livorno, Rovigo, Verbania, Reggio Emilia, Prato, Cremona, centro destra si prende o tiene Ferrara, Forlì, Biella, Vercelli, Ascoli Piceno, Foggia.

Pari anche la partita Emilia: la Regione è, come si dice, contendibile. Cioè la destra guidata dalla Lega se la può prendere alle prossime e vicine regionali. Ma anche no. La sinistra perde il monopolio, il vantaggio m è ancora in partita.

E se si votasse questa estate o questo autunno per le politiche? Che ci dicono al riguardo le recenti amministrative? Ci dicono che sarebbe possibile se non probabile un governo destra-destra, un Salvini-Meloni. Può essere, farebbero 40 per cento circa dei voti. Ci dicono che il Pd può aggregare una coalizione di centro sinistra che può anche aspirare al 30 per cento dei voti. Ci dicono che M5S rischia il terzo posto in classifica intorno al 20 per cento. Soprattutto ci sussurrano che elettorato sinistra vota se deve M5S mentre elettore M5S non vota centro sinistra, neanche per dispetto a Salvini. Un sussurro mica da poco.

Gestione cookie