Il modello Pisapia: “Basta spartizioni partitocratiche”

MILANO – Lo champagne lo aveva stappato lunedì dopo l’esito del voto a Milano. Oggi (venerdì 20 maggio) è il suo compleanno ma Giuliano Pisapia conta di festeggiare i suoi 62 anni al termine del ballottaggio. Prosegue a ritmo serratissimo la sua campagna elettorale. Con cautela, però. Il rischio di cadere proprio a un passo dal traguardo esiste. Niente faccia a faccia con la Moratti, tanto per cominciare. Sordina alle polemiche, quindi, e spazio ai programmi. “Basta con la spartizione partitocratica” è la promessa che si sente di fare ai milanesi. Nella affollatissima conferenza stampa convocata per illustrare il suo modello di riorganizzazione della macchina comunale, il primo pensiero va all’organigramma, alla composizione della squadra che guiderà la giunta.

“Partire dalle competenze per trovare le persone più adatte” è l’obiettivo dichiarato. “Andando a leggere le competenze attuali del sindaco e degli assessori – ha spiegato – l’impressione è che ci sia stata una spartizione partitocratica, non che si sia partiti dai bisogni della città”. Anche perché è la legge a imporre una semplificazione e riduzione degli assessorati, che da 16 devono obbligatoriamente passare a 12. La nuova organizzazione dovrà quindi servire a fare in modo che cittadini e imprese abbiano un solo interlocutore a cui rivolgersi quando hanno qualche necessità specifica, evitando di “doversi rivolgere a diversi assessori”. Un inconveniente che, secondo Pisapia, arriva a portare a “un 40% di tempo perso”. L’organigramma presentato venerdì però è solo una proposta, anche se dettagliata, e risultato dei lavori del comitato per il 51% guidato da Piero Bassetti.

In merito alla promessa della Moratti di eliminare per i residenti l’Ecopass, Pisapia è convinto che sia un obolo pagato alla Lega. Il sindaco uscente, secondo Pisapia, non sarebbe coerente con l’impegno a sostenere le questioni ambientali rilanciate non più tardi di un mese fa. Quanto alla stessa Lega che sta montando un caso sulle moschee e sugli insediamenti rom, Pisapia si limita a dire che “il centro multiculturale è già previsto dal piano di governo del territorio approvato dal centrodestra”.

A Bossi che gli ha dato del “matto” risponde che il Senatur respira la stessa atmosfera di poca lucidità del resto del centrodestra se è costretto a  offendere “non solo me, ma gli oltre 300mila elettori che mi hanno votato”. Nega che i fischiatori della Moratti e di Formigoni in Piazza Duca d’Aosta fossero organizzati. Sul “tranello inaccettabile” tesogli dalla Moratti davanti alle telecamere di Sky è perentorio e distaccato: “Non si accettano scuse condizionate   e tardive. Dica piuttosto con chi lo ha organizzato e si scusi con tutta la città”.

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