Primarie Pd: voto anch’io? No, tu no. Ballottaggio a pesci in faccia

di Elisa D'Alto
Pubblicato il 29 Novembre 2012 - 20:42 OLTRE 6 MESI FA
Ballottaggio Pd, l’avviso della discordia comparso su alcuni quotidiani il 29 novembre

ROMA – Voto anch’io? No, tu no. A tre giorni dal ballottaggio Bersani-Renzi l’oggetto del contendere, tramutato prima in nervosismo e poi in rissa, è il “corpo” elettorale. In estrema sintesi: Bersani vuole che vadano a votare i 3 milioni e più della scorsa domenica con poche eccezioni. Renzi vuole i 3 milioni e più dell’altra volta più parecchie eccezioni. Al segretario insomma bastano quei voti che gli hanno garantito 9 punti di vantaggio su Renzi. E che siano con poche sorprese, giacché il perdente più di peso, Nichi Vendola, ha pubblicamente appoggiato lui. Renzi invece li vuole recuperare eccome quei punti, in una scalata che se si concretizzasse avrebbe del miracoloso.

E ci prova, con quella che il segretario non poteva che leggere come una mossa sporca. Giovedì su alcuni quotidiani è comparso un annuncio a pagamento: “Domenica 2 dicembre si decide il futuro dell’Italia”. Non c’è la foto di Renzi, non c’è nemmeno qualcosa di vagamente assimilabile al “vota Renzi”, ma chi lo ha pubblicato è il comitato “Domenicavoto“, vicino a Renzi. La grafica e i colori ricordano la campagna di Renzi. Insomma, il messaggio è chiaro. Andate, o voi che non avete votato al primo turno, a votare al ballottaggio. Eccolo il “corpo elettorale” che il sindaco vuole conquistare e il segretario teme. Quelli che al primo turno non si son mossi di casa.

Già, ma la regola del partito prevede che al ballottaggio vadano solo coloro che il 25 novembre si sono messi diligentemente in fila. O se non l’hanno fatto devono presentare la “giustificazione” comprovante valido e accertabile motivo per cui non si sono presentati. E cosa dice quel messaggio a pagamento? Che basta mandare un email entro le 20 del 30 novembre alla sede provinciale del comitato “Italia bene comune”. Semplice? Non proprio. Infatti contro la mossa dei renziani si sono schierati compatti Bersani e gli altri sfidanti alle primarie e oggi suoi sostenitori: Vendola, Puppato, Tabacci. Per un motivo “di forma” ( gli avvisi a pagamento erano espressamente vietati) e per uno “di sostanza”: “Non si può cambiare la platea tra un turno e l’altro”, per dirla con le parole di Bersani.

Bersani lo dice a chiare lettere: vota chi ha votato la scorsa volta. Ossia quei 3 milioni e oltre che non cambierebbero l’esito di una vittoria annunciata, facile, quasi scontata. Renzi non ci sta, fa la mossa che spariglia, forse fuori dalle regole, ma ottiene l’effetto sperato: l'”apparato” Pd (e non solo) si schiera contro di lui mostrandosi fin troppo nervoso alla vigilia di un voto che, più che vittoria scontata, assume i connotati di un “ballottaggio a pesci in faccia”.