Banca Etruria, Boschi ha mentito? Vegas (Consob): “Me ne parlò da ministro”. Lei: “Lui mi invitò a casa…”

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Maria Elena Boschi e il polverone su Banca Etruria (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, dice che Maria Elena Boschi (quando era ministro) parlò con lui di Banca Etruria. Cosa c’è di strano? C’è che la Consob è l’organo che vigila sulla trasparenza degli enti quotati in Borsa (come per esempio le banche) e la Boschi era un rappresentante del governo e suo padre sarebbe diventato vicepresidente proprio di Banca Etruria. E c’è che la Boschi (oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio) aveva detto di non essersi mai interessata alle vicende di Banca Etruria quando era ministro. Banca Etruria che in questi anni è finita nella bufera perché accusata di aver fatto sottoscrivere ai suoi risparmiatori azioni e obbligazioni pur essendo a rischio crac. La Boschi si è difesa, controaccusando Vegas di averla invitata a casa sua e comunque di non aver mai parlato della banca.

Giuseppe Vegas, ormai alle sue ultime ore sulla poltrona di presidente della Consob, ha rivelato a deputati e senatori della bicamerale di aver incontrato a suo tempo l’allora ministra per parlare di Banca Etruria. Quella che all’inizio era suonata come un’ammissione volontaria (“Ouò essere più preciso? Mi aspettavo questa domanda”, ha detto Vegas rivolgendosi a Davide Zoggia di Mdp che gli chiedeva senza fare apertamente nomi, se avesse mai parlato delle banche in crisi con qualche esponente di governo) ha aperto un fuoco di fila di domande incalzanti. E ha di fatto scatenato una ridda di polemiche anche al di fuori delle mura di Palazzo San Macuto, sede della commissione presieduta da Pier Ferdinando Casini.

Della questione Banca Etruria “ho avuto modo di parlare con l’allora ministro Boschi”, ha spiegato Vegas ai commissari, sottolineando che quest’ultima espresse “un quadro di preoccupazione perché a suo avviso c’era la possibilità che Etruria venisse incorporata dalla Popolare di Vicenza e questo era di nocumento per la principale industria di Arezzo che è l’oro”.

Lo scambio Vegas-Boschi si dipanò in due o tre incontri tra Roma e Milano, fra aprile e maggio 2014. Incontri durante i quali, però, il presidente della Consob ha assicurato che non arrivò alcuna pressione, ma solo un’esposizione dei fatti: “Il ministro Boschi mi ha illustrato una situazione che riteneva inadeguata rispetto al possibile matrimonio di Etruria con Vicenza, ma non mi ha chiesto nessun intervento, né avrebbe potuto chiedermelo”. E in un’occasione Boschi fece sapere a Vegas che il padre sarebbe diventato vice presidente di Banca Etruria. Le parole e le precisazioni di Vegas non sono tuttavia bastate a convincere le opposizioni che si trattasse, come ha detto il numero uno della Commissione, di cosa “normalissima” il fatto che “un parlamentare si interessi della sua costitutency” (collegio elettorale).

La reazione delle opposizioni non si è fatta attendere. Così mentre gran parte dell’audizione ha girato intorno al nodo banca Etruria, anche fuori della Commissione le polemiche non hanno tardato a scatenarsi. “Ufficiale: Boschi si è occupata di Banca Etruria. Più di una volta. Contrariamente a quanto detto al Parlamento il 18 dicembre 2015 ha mentito al Parlamento condizionando il voto sulla sua sfiducia” ha twittato Carlo Sibilia, membro del M5S della commissione. E di conseguenza il candidato premier dei 5 stelle Luigi Di Maio ha chiesto in un video le dimissioni del sottosegretario. “Pretendiamo le dimissioni della Boschi” ha detto anche il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. “Come volevasi dimostrare le bugie hanno le gambe corte. Il ministro Boschi non era estraneo ai fatti di Banca Etruria. Tutt’altro. Ora la Boschi abbia almeno il buon gusto di dimettersi”. Ha dichiarato in una nota Massimiliano Fedriga, capogruppo alla camera della Lega.

La risposta di Boschi non si è fatta attendere e sempre a colpi di ‘social’ si è difesa dicendo su Facebook di non aver mentito né di aver mai esercitato pressioni. E soprattutto di non avere alcuna intenzione di dimettersi. E il Pd ha fatto quadrato. A partire dal segretario Matteo Renzi che in serata ha definito legittimo l’incontro tra Vegas e Boschi aggiungendo di essere “sconvolto dal fatto che questo tema sia un’arma di distrazione massa. In questi anni nelle banche ci sono state ruberie, furti e latrocini ad ogni livello, acquisizioni che gridano vendetta, un sistema che non ha funzionato e invece da due anni i media parlano quasi e e esclusivamente di Banca Etruria”.

La autodifesa della Boschi è continuata a Otto e mezzo da Lilli Gruber: “Lo ho incontrato all’inizio del mio mandato come tutte le altre autorità… ci sono stati più incontri e abbiamo parlato del sistema bancario, non di Etruria”. “Forse Vegas si è scordato, ma ho i messaggini, il 29 maggio 2014 lui mi chiese di incontrarci in modo inusuale a casa sua alle 8 di mattina. Io ho detto no, semmai alla Consob o al ministero…”.

“Sarei grato a Sibilia e Speranza se dicessero pubblicamente in quale punto dello stenografico del discorso della Boschi ha mentito al Parlamento”, ha argomentato su twitter il tesoriere e deputato Pd Francesco Bonifazi. “Concludere qua quest’esperienza mi ha dato una gioia particolare”, ha detto con una punta di ironia Vegas al termine di un’audizione durata quasi sei ore. Audizione durante la quale il presidente della Consob ha toccato anche il tema dei rapporti con la Banca d’Italia, uno dei nodi fondamentali emersi fino ad oggi in tutte le vicende dei crac bancari esaminati della commissione di inchiesta. Se in alcuni casi Via Nazionale non fornisce a Consob determinate informazioni “fa il suo dovere e fa bene” visto che ha come obiettivo quello della stabilità, ha spiegato ai commissari che mettevano in evidenza le falle di comunicazione tra le due autorità di vigilanza proprio su Etruria.

Alla Consob arriva solo nel 2016 il rapporto ispettivo completo del 2012 e la nota di sintesi che Banca d’Italia gli trasmette a fine 2013, quando oramai i bond subordinati poi azzerati sono stati collocati, non contiene tutti i rilievi e i vertici di Arezzo non lo dicono. La nota stampa e il prospetto sono così incompleti e i risparmiatori non sono informati e per questo la Commissione erogherà sanzioni nel 2017. Del resto, come ha precisato il presidente della Consob, è lo stesso sistema legislativo italiano che privilegia la stabilità. E questo fatto è stato anche messo a fuoco nei mesi scorsi dall’ultima indagine conoscitiva sul sistema bancario italiano, condotta dalla Commissione permanente Finanze e Tesoro del Senato, le cui conclusioni hanno rilevato che il giusto bilanciamento tra stabilità e trasparenza compare in cima alle priorità. In ogni caso nelle due ore e mezzo che hanno preceduto l’audizione di Vegas, il vice direttore generale Giuseppe D’Agostino ha assicurato che la collaborazione tra Consob e Banca d’Italia ha fatto passi da gigante.

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