Banche, niente accordo nel governo sui rimborsi ai risparmiatori. Braccio di ferro M5s-Tria Banche, niente accordo nel governo sui rimborsi ai risparmiatori. Braccio di ferro M5s-Tria

Banche, niente accordo sui rimborsi ai risparmiatori. Braccio di ferro M5s-Tria

Banche, niente accordo nel governo sui rimborsi ai risparmiatori. Braccio di ferro M5s-Tria
Banche, niente accordo nel governo sui rimborsi ai risparmiatori. Braccio di ferro M5s-Tria (Foto Ansa)

ROMA – Fumata nera sulle banche e duro scontro al Consiglio dei ministri di giovedì sera, 4 aprile. Via libera al decreto crescita, ma “salvo intese”. “La pazienza è finita”, avverte il vicepremier M5s Luigi Di Maio diretto al ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Ma la Lega fa sapere agli alleati che la pazienza è finita davvero: “Basta no, il governo cambi passo”.

Il decreto sulla crescita c’è: è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il primo a voler accelerare, incaricandosi di una nuova, difficile, mediazione. Lunedì vedrà i risparmiatori coinvolti nelle crisi bancarie. Il M5s gli chiede di tenere la linea di rimborsi “diretti” e senza contenzioso. Ma se così sarà, avrebbe avvertito Tria, Conte dovrà assumersi la responsabilità di firmare il decreto per i rimborsi: il ministro non intende firmare norme a rischio di procedura Ue.

“Vince la linea Di Maio”, esulta il Movimento 5 stelle. Perde la linea Tria, è il sottinteso. Ma il ministro non replica e da via XX settembre non trapela nulla. La norma sui rimborsi, per il veto M5s, non entra nel decreto crescita. Ma non passa neanche, per ora, la linea pentastellata che chiede un binario unico e “diretto” per i ristori. 

La riunione fiume, di oltre tre ore, porta all’approvazione del decreto sulla crescita. Ma anche su questo testo c’è ancora da lavorare e infatti passa ‘salvo intese’: il dl cresce fino a contenere oltre 50 articoli ma fonti governative dicono che così rischia di non passare il vaglio del Colle e quindi servirà un supplemento di esame. Dentro c’è la norma su Alitalia voluta dal ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico per convertire il prestito ponte della compagnia in equity e consentire eventualmente allo Stato di entrare nella newco. E potrebbe esserci anche una norma sull‘Ilva.

Il premier annuncia che è in dirittura d’arrivo anche il decreto sblocca cantieri approvato salvo intese in Cdm due settimane fa. Ma in serata il testo non risulta giunto al Quirinale. (Fonte: Ansa)

 

 

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