Barbareschi: “Noi finiani espulsi da un partito che non c’è”

Pubblicato il 23 Aprile 2010 - 00:03 OLTRE 6 MESI FA

Luca Barbareschi

Per il vice presidente della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni Luca Barbareschi “Gianfranco Fini ha dimostrato di essere avanti di un decennio rispetto alla politica che stiamo praticando, che vive di proclami populisti e finge di non accorgersi che non basta ripetere il solito ‘tout va bien, madame la marquise'”.

“Certo – aggiunge Barbareschi – i discorsi di pancia non bastano a risolvere il problema della distanza tra la politica, che ancora vive di sondaggi, percentuali, e il mondo reale, che è già molto oltre tutto ciò, e chiede una partecipazione diretta, democratica, anche attraverso le nuove tecnologie”.

“Gianfranco oggi mi ha convinto una volta di più, se ve ne fosse stato bisogno: gli riconosco una levatura e una lungimiranza di cui il Paese ha fame. C’é bisogno di una rivoluzione copernicana nella politica, e non è giusto che per una volta che si riesce ad ascoltare una voce che si leva per chiedere il cambiamento con lucidità e lungimiranza essa resti inascoltata. L’alternativa – prosegue Barbareschi – è quella di una politica da surfisti, che cavalcano l’onda mentre un’onda più grande arriva alle spalle e può travolgere ogni cosa”.

Per Barbareschi emblema del cambiamento auspicato da Fini sono “le riforme istituzionali: quelle vanno attuate, non annunciate di continuo. Altrimenti si alimenta il sospetto che non si voglia farne”. “Credevo di appartenere al Popolo delle Libertà, dove la libertà d’espressione dovrebbe essere assicurata. Oggi che, secondo una lettura data poco fa dell’esito della direzione – conclude il deputato – noi “finiani” saremo espulsi, mi domando da cosa: da un partito che non c’é?”.