ROMA – Interno di Palazzo Grazioli, Roma, venerdì 1 aprile. In una sala che ripropone una sorta di parlamentino in miniatura il premier Berlusconi incontra una delegazione di sindaci campani Pdl. Tutti con fascia tricolore, seduti sugli spalti, chiedono di fermare le ruspe sulle case abusive, provvedimento che si era tentato di infilare nel decreto Milleproroghe salvo stop finale del presidente Napolitano.
Fuori c’è lo scontro politico a livelli mai visti, il Quirinale che minaccia di sciogliere le Camere, la crisi libica, lo “tsunami” di immigrati (per stessa ammissione del premier), ma la verve comica del Cavaliere riemerge, forse soprattutto nei momenti più critici. E i sindaci diventano spettatori del suo show: nuove barzellette (il lato b della mela…), parolacce, gag. Con scuse finali all’unica donna presente.
Ecco la barzelletta nel racconto di Repubblica: “Un signore si reca all’ufficio brevetti. Qui Berlusconi imita un gruppo di sfaccendati uscieri napoletani che indicano all’inventore “‘o cesso”. Ma il protagonista ha davvero un prodotto inimitabile. Arriva allo sportello giusto dove trova altri annoiati dipendenti. Che lo sottovalutano, lo prendono in giro, perdono un po’ di tempo. “Qual è la sua invenzione?”. “Una mela”, risponde con la vocina chioccia il Berlusconi-Archimede, suscitando le risate dei primi cittadini. Si può brevettare una mela? Altri secondi preziosi vengono usati per raccontare le beffe degli impiegati, il loro darsi di gomito. “Ma questa è una mela speciale”, insiste il signore parlando in falsetto. Speciale perché? “Perché sa di fica”. Pausa scenica, tempi comici da autodidatta. Siamo vicini al dunque. Un uomo dell’ufficio brevetti afferra la mela e la assaggia. Berlusconi mima il morso mentre con la destra tiene un frutto immaginario. Fa l’espressione schifata, poi la faccia di chi protesta: “Ma sa di culo”. Berlusconi allunga il braccio, ruota la mano che impugna la mela, arriva al finale usando il voi come si fa a Napoli: “E giratela”.
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