Il presidente brasiliano Lula avrebbe deciso di non concedere l’estradizione a Cesare Battisti, condannato all’ergastolo in Italia per quattro omicidi compiuti negli anni di piombo. Un “no” che sicuramente saprebbe di sconfitta, di rammarico, per i famigliari delle vittime che in tutti questi anni non hanno avuto modo di ottenere giustizia. Ma c’è anche chi avanza una soluzione estrema, quasi come fosse una ripicca nei confronti del paese che ha deciso di non “rilasciare” il terrorista. “Boicottiamo il Brasile” urla il ministro per la Difesa Ignazio La Russa. Boicottare il Brasile? E come? Come si fa a boicottare un paese col quale l’Italia ha rapporti commerciali? La Fiat proprio due giorni fa ha aperto un maxi stabilimento che porterà oltre 200 mila auto l’anno. Frattini rilancia: ”Il governo italiano si riserva, sulla base della decisione del Presidente brasiliano Lula, di considerare tutte le misure necessarie per ottenere il rispetto del trattato bilaterale di estradizione, in conformità con il diritto brasiliano”. E Alfano assicura: ”Il governo italiano e, per quel che lo riguarda, il ministero della Giustizia hanno fatto tutto quanto era nelle proprie possibilita’, giuridiche e politiche, perché il Brasile concedesse l’estradizione del pluriomicida Cesare Battisti, gia’ condannato in via definitiva dalla giustizia italiana”.
La questione è delicata, proprio per il carico di dolore e rabbia che nuovamente si riversa sulle spalle dei parenti delle vittime. L’esito di questa vicenda, peraltro, non deve sorprendere più di tanto. Nonostante le pressioni, gli sforzi diplomatici, le ricostruzioni storiche, non bisogna dimenticare la storia personale e politica dell’ex sindacalista rosso giunto al potere. Lo stesso successore di Lula, la neo presidente Dilma Rousseff faceva parte di un’organizzazione che dalla clandestinità si opponeva a quello che negli anni ’70 era un regime autoritario. Il mondo è cambiato, la democrazia si è affermata, ma alcune schegge del passato riescono ancora a far male. La solidarietà verso chi non ha ottenuto giustizia è doverosa, giusta la loro indignazione. Ma non autorizza sparate come quelle di La Russa, che per troppo zelo rischiano di ottenere l’effetto opposto.
Ma anche La Russa fa affari. L’Italia dei Valori ha infatti chiesto di bocciare la ratifica dell’accordo con il Brasile sulla cooperazione in materia di difesa militare, in votazione l’11 gennaio, ma La Russa non lo farà: “Per quello è tardi. Il governo ha già fatto quello che doveva fare, il resto compete al Parlamento. Ma terrei le due cose distinte. Certamente però, come minimo, richiamerò i tre ufficiali che sono impegnati nel progetto di cooperazione relativo all’Amx, il bombardiere senza bombe. E chiederò loro se se la sentono di restare in un Paese dove in autobus potresti ritrovarti di fronte un assassino”. Un boicottaggio leggero allora?
La Russa è stato intervistato dal Corriere della Sera ed ha esordito dicendo che “un eventuale no all’estradizione di Cesare Battisti non sarà senza conseguenze. Sono pronto ad appoggiare iniziative di boicottaggio”. Boicottaggio di prodotti? “Non so, ma sconsiglierei a chiunque di andare in un Paese dove gli assassini sono lasciati in libertà. E molti non comprerebbero più i loro prodotti. Per altro la questione Battisti sta coinvolgendo anche ambienti dell’opposizione che, forse solo per criticare il governo Berlusconi, sono pronti a mobilitarsi”.
Peraltro, ”la seconda motivazione di Lula al suo no”, quella di preservare l’integrità di Battisti, ”è peggiore della prima che accusava la giustizia italiana” che almeno ”aveva il pregio della verità. Non la leggerò”. Certo, ”l’azione diplomatica non compete a me. Però porrò la questione al governo. E almeno altri quattro ministri hanno la stessa intenzione”, a partire da Giorgia Meloni. Intanto, dice ancora La Russa, ”smetterò di fare il pompiere con quei parlamentari pronti a scendere in piazza insieme a Torreggiani”.
Silvio Berlusconi comunque non farà polemiche con il Brasile se dal presidente Lula arriverà un “no” all’estradizione di Cesare Battisti. Lo afferma, in un’intervista al Riformista, Eduardo Suplicy, senatore brasiliano del Pt, il partito di Lula. Suplicy, che ha seguito da vicino il caso, scrive il quotidiano, sottolinea che ”ci sono numerose argomentazioni a sostegno del rifugio di Battisti. Lula ha trattato la questione con molta delicatezza e cautela. E Berlusconi ha già garantito al presidente brasiliano che rispetterà la sua decisione”.
Proprio Alberto Torreggiani, il figlio del gioielliere Pierluigi, morto nel 1979 nell’assalto armato dei Pac, spiega: “Voglio indire una manifestazione di piazza a Roma per il diritto alla giustizia. Io chiedo soltanto che chi è stato condannato da un tribunale legittimo sconti la sua pena: l’abbiamo detto in tutti i modi, anche in portoghese. Ma evidentemente non basta ancora. Non mi fermerò, ho il dovere di farlo per i cittadini onesti e normali”. La Russa lo seguirà, appena avrà deciso un modo più concreto e meno fantasioso di boicottaggio. Ammesso che esista e che sia perseguibile.