ROMA – ''E' stato un colpo duro, ci sono molte questioni che mi lasciano perplesso come le notizie che parlano di operazioni attribuite a noi senza che pero' siano stati sequestrati i documenti. Per noi deve essere un'occasione per fare chiarezza perche' abbiamo la responsabilita' davanti ai nostri militanti e se c'e' una mela marcia deve essere espulsa''.
E' questa l'analisi in diretta a Tgcom24 di Roberto Castelli sulle vicende giudiziarie che stanno investendo il Carroccio. Su una eventuale responsabilita' di Umberto Bossi, l'ex Guardasigilli premette: ''non voglio difendere aprioristicamente Bossi'', ''ma – aggiunge Castelli – il piu' grande problema per i grandi politici sono i millantatori. Non riesco comunque a capire come si faccia a dire che alcune somme siano andate da una parte piuttosto che dall'altra senza aver letto i documenti della Lega''. Secondo Castelli ''un conto sono le questioni personali di Belsito, altre sono quelle legate alla sua attivita' di amministratore della Lega''.
''Per molte situazioni sollevate dai magistrati, la Lega – sottolinea il senatore della Lega – e' parte lesa''. Alla domanda se altri potevano sapere della presunta condotta di Belsito, risponde: ''La legislazione vigente sull' amministrazione dei fondi e' tale per cui tutto viene messo in capo all'amministratore. Comunque con le sue dimissioni si e' fatto un passo in avanti''.
Sulla questione dei fondi investiti in Tanzania, Castelli precisa: ''Ho saputo tutto a operazione compiuta. Belsito ha sempre garantito sulle sue dichiarazioni e siccome non ci sono stati mai provvedimenti sotto questo punto di vista, noi abbiamo ritenuto che fosse affidabile. Se Belsito era amministratore, il consiglio federale la fiducia gliela aveva data''.