Benito Mussolini iscritto al Pd: Il Giornale prova che le tessere sono “facili”

Benito Mussolini iscritto al Pd: Il Giornale prova che le tessere sono "facili"
Benito Mussolini iscritto al Pd: Il Giornale prova che le tessere sono “facili” (foto Lapresse)

PREDAPPIO – Benito Mussolini iscritto al Pd. Lo hanno fatto quelli de Il Giornale, con l’obiettivo di mettere in evidenza gli scarsi controlli che vengono effettuati dal Partito Democratico sulla reale identità dei suoi associati. La tessera a nome del Duce è valida fino a fine 2014 (quindi solo per due giorni) ed è costata 15 euro. Password per accedere ai propri dati: Faccettanera. Obiettivo del Giornale: dimostrare che le finte tessere si possono ottenere facilmente (il giornalista Andrea Cuomo ricorda per esempio la polemica sui rom che sarebbero stati fatti iscrivere “ad arte” per le primarie a Roma).

Andrea Cuomo racconta la procedura di iscrizione

che perfezioniamo in quattro minuti quattro sul sito del Pd, trovandoci alla fine democratici per interposta persona e sbigottiti perché inizialmente convinti che l’intelligenza digitale del più grande partito italiano prima o poi ci avrebbe posto davanti a qualche ostacolo insormontabile per noi burloni nemmeno troppo smanettoni. E invece niente. Tutto liscio. Al massimo un paio di captcha , quei codici alfanumerici leggermente distorti da ridigitare che servono semplicemente a dimostrare che alla tastiera c’è un essere in carne e ossa e non un «bot», ovvero un computer. E la moral suasion di un avvertenza: «Dichiaro che i dati inseriti sono autentici, completi (…) di non aver compiuto altre iscrizioni al Pd e sono consapevole che il conferimento di dati non conformi al vero o l’effettuazione di plurime iscrizioni verranno considerati alla stregua del rilascio di false dichiarazioni in scrittura privata, dando luogo alle relative responsabilità anche di natura penale». Ma i nostri dati sono autentici e completi, in fondo. E certo Mussolini non era già socio del Nazareno.

Per il resto, la procedura elettronica di iscrizione al Pd richiede poche informazioni: l’indicazione di una sezione (per il nostro scegliamo quella di Predappio, selezionandola da un menu a tendina che indica tutti i circoli sul territorio) e l’indicazione di un nome utente, di un nome e cognome, del sesso, di una data e di un comune di nascita. Digitiamo tutti i dati veri di Mussolini (Predappio, 29 luglio 1883) e da questi estraiamo con un semplice programma disponibile a tutti online un codice fiscale, che si limita a postdatare l’anno di nascita al 1983. Quindi ecco MSSBNT83L29H017H. Poi alcuni agili passaggi sulla residenza (piazza Venezia 1, Roma), l’indicazione di una carta d’identità per la quale mischiamo a caso i numeri della nostra, un paio di numeri di telefono inventati, la nostra mail (vera) per ricevere l’autenticazione. Che arriva rapidamente e, dopo un paio di passaggi, tra cui la modifica della password temporanea in una a nostra scelta (optiamo per: faccettanera ) ci consente di ultimare l’iscrizione con la scelta della cifra da versare (il minimo è 15 euro se non si vuole la tessera Gold), i dati della carta di credito e quelli per la fatturazione. Il sistema approva, ci invia una mail di conferma («Gentile Benito Mussolini, questa email ti viene inviata a seguito del completamento del tuo tesseramento online al Partito Democratico») e la tessera digitale temporanea che vedete riprodotta a fianco, con tanto di numero di serie (99982014|15605173) e in alto a destra la firma del segretario nazionale. Cioè Matteo Renzi.

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