Beppe Grillo andrà in carcere. La legge sulla diffamazione..

Beppe Grillo andrà in carcere. La legge sulla diffamazione..
Beppe Grillo. Andrà in carcere per un reato di opinione

ROMA – Beppe Grillo andrà in carcere per diffamazione. Lo dice lui stesso: non è vero che la pena è stata sospesa con la condizionale la condanna a 1 anno inflittagli dal tribunale di Ascoli Piceno.

Beppe Grillo lo ha scritto sul suo blog:

“Il Pm aveva chiesto una multa di 6.000 euro. Il giudice mi ha invece tolto la condizionale condannandomi a un anno di prigione e a 50.000 euro di risarcimento.
Io sono fiero di aver contribuito a evitare la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia. È un’eredità che lascio ai nostri figli che potranno evitare incidenti come Chernobyl e Fukushima”.

Il pubblico ministero Lorenzo Destro aveva contestato a Beppe Grillo l’accusa di diffamazione aggravata per l’attribuzione di un fatto determinato, la consulenza alle multinazionali, e la diffusione in rete. Testimoniando al processo, Franco  Battaglia ha detto che per colpa di Beppe Grillo la sua auto era stata danneggiata e anche di una strana telefonata ricevuta in ateneo prima dell’atto vandalico. Beppe Grillo dovrà anche pagare una multa di 1.250 euro, mentre alla parte offesa è stata riconosciuta una provvisionale di 50 mila euro.

 

Forse il Tribunale ha escluso la sospensione condizionale della pena perché Beppe Grillo ha precedenti condanne.

Immediata la reazione di Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. La condann di Beppe Grillo fa esplodere un caso che non è solo politico ma che riguarda l’essenza della democrazia in Italia, perché proprio in questi giorni è in discussione al Senato la legge sulla diffamazione, che toglie il carcere sui reati di opinione, aggrava le multe ma è meglio di niente, anche perché costituisce un obbligo europeo.

Beppe Grillo prosegue così:

“Oggi è stata emessa la sentenza dal tribunale di Ascoli Piceno contro di me per diffamazione, per aver detto in un comizio che il professor Franco Battaglia, docente di Chimica ambientale del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio affermava delle coglionate in merito al nucleare. Il fatto risale all’11 maggio 2011, in occasione di un mio comizio elettorale a San Benedetto del Tronto in vista del referendum sul nucleare.
«Vi invito a non pagare più il canone, io non lo pago più perché – dissi davanti al pubblico del comizio – non puoi permettere ad un ingegnere dei materiali, nemmeno del nucleare, parlo di Battaglia, un consulente delle multinazionali, di andare in televisione e dire, con nonchalance, che a Chernobyl non è morto nessuno. Io ti prendo a calci nel c…o o e ti sbatto fuori dalla televisione, ti denuncio e ti mando in galera», dissi riferendomi alla partecipazione di Battaglia ad una puntata di Anno Zero”.

I politici, deputati e senatori uniti, per una coda di vendetta contro i giornalisti, in particolare contro il web, non solo hanno introdotto multe micidiali ma hanno imposto la differenza di trattamento fra giornali stampati e giornali on line e altre forme di diffamazione e reati di opinione. I giornali di carta continueranno a essere giudicati in base alle vecchie norme nella città dove sono stampati, quelli on line nella città dove risiede il querelante. Questo spiega probabilmente perché il processo si èè svolto a Ascoli Piceno e non a Genova o a Milano.

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