Beppe Grillo: “Bancarotta Italia in autunno”

ROMA – Secondo Beppe Grillo, “L’Italia va in bancarotta in autunno”: in una lunga intervista all’edizione domenicale della Bild. Il quotidiano tedesco traccia il profilo dell’uomo politico considerato più importante in questo momento in Italia, concentrandosi anche, e soprattutto sulle sue doti artistiche. Set dell’intervista Villa Tissano a Trieste. Sulle questioni economiche, per le quali Grillo si era guadagnato le critiche della Bild, l’Italienischer Politiker  & Komiker sparge pessimismo a piene mani.

Leggi l’intervista completa in tedesco (con il video di Grillo che suona il pianoforte)

Detto della data del nostro crack economico, quando lo Stato non avrà più soldi per pagare stipendi e pensioni, Grillo vaticina cattive notizie per Napolitano a dispetto degli applausi del Parlamento, del favore internazionale, dello spread che scende.  “A breve passerà un brutto momento, per il fallimento della piccola e media impresa” è la premonizione. Mentre suona il pianoforte da consumato crooner, Beppe Grillo non ha paura di ripetere quelle parole sul “colpo di Stato” che pure si era tempestivamente rimangiato: “È in atto un subdolo colpo di Stato. È necessaria una mobilitazione popolare davanti a Montecitorio. Dobbiamo essere milioni”.

Anche sui partiti la retorica esibita resta la stessa dei giorni più cruenti della campagna elettorale, tanto è vero che è di stamattina un tweet esultante, “M5S primo assoluto”, a commento dei sondaggi Emg (sui risultati veri in Friuli, cioè i 9 punti percentuali persi, non si sono registrati commenti). Alla Bild si è limitato a ribadire la morte incipiente dei partiti agonizzanti: “Non è il Movimento 5 Stelle a sabotare i partiti, sono loro ‘a sabotare se stessi”’, è la conclusione.

Non prima di aver dispensato una battuta delle sue: “Sarei contento se i tedeschi ci invadessero”. È la presenza di una trentina di parlamentari condannati per vari reati a sollecitare l’intervento dei panzer: il vizio di scegliersi punizioni sproporzionate alle colpe sembra un vizio dell’eterno melodramma italiano. Ma è per ridere, per sdrammatizzare, dirà qualcuno. Appunto, ridiamo.

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