ROMA – “La Calabria è la regione che in assoluto ha fatto meno domande di reddito di cittadinanza. C’è un paese qui che si chiama Dinami, il più povero di Italia, dove nessuno ha fatto domanda per il reddito. E allora non rompetemi più i c…i, diciamolo che o lavorate tutti in nero o siete tutti della ‘ndrangheta”: sono le parole con cui Beppe Grillo ha introdotto l’ultima tappa del tour del suo spettacolo “Insomnia – Ora dormo!” a Catanzaro.
Inutile dire che la sortita ha raccolto un fiume di critiche. Grillo è il comico che esercita liberamente il suo diritto di satira, o il politico che dallo stesso palco irride il nuovo segretario del Pd Zingaretti? L’amore per la battuta salace del resto ha ragioni che il cervello non considera: se fosse vero, infatti, che i calabresi o sono tutti imboscati in nero o ricevono già la mancia mafiosa, a che pro fare una battaglia politica sul reddito di cittadinanza?
“Beppe #Grillo non fa ridere. Non fa ridere parlando così della gente di #Calabria, gente onesta che non vuole assistenzialismo, vuole lavoro. Gente che è stata tradita dal #M5S e che ora viene anche mortificata da questo pensiero”, posta su Twitter il senatore del Pd Ernesto Magorno. Quanto a mafia, ‘ndrangheta e altri cancri endemici, è giusto scherzarci sopra?
Per Grillo il dilemma non si pone proprio: “Facciamo come in Giappone, dove hanno stroncato la virulenza della mafia locale in un modo straordinario: l’hanno semplicemente quotata in Borsa. Io propongo di fare la stessa cosa con la ‘ndrangheta”. La battuta stavolta è più felice, perlomeno forse ne sappiamo di più sulla yakuza. Magari un po’ disperante. Saprà infondere coraggio e ispirazione a quei “ragazzi eroi” come pure ha definito nello stesso spettacolo chi si ostina a voler vivere in questa Calabria?
(fonte Ansa)