GENOVA -I giornalisti non trovano Grillo e intervistano la colf, la quale dichiara niente meno: “Non è in casa”. E diventa un titolo nazionale… Beppe Grillo non è in casa, non è nella villa di Sant’Ilario in Liguria. Forse è a Roma, forse è uscito da una porta secondaria, di certo è sfuggito all’assedio costante che i giornalisti hanno allestito fuori dalla porta. Lui, Grillo, si è manifestato solo il giorno delle elezioni e il giorno successivo, per qualche rapida battuta. Ha fatto accomodare solo la troupe della Bbc, ha parlato con la Cnn, ma i giornalisti italiani sono rimasti a bocca a asciutta.
Nessuna dichiarazione, niente di niente, figurarsi un’intervista. E che si fa, se l’uomo più desiderato, l’uomo dalla cui imprevedibile volontà dipendono le sorti del governo e dell’Italia tutta, non apre bocca? L’attesa esasperata che Grillo-Godot sciolga il silenzio ricorda un po’ la celebre vignetta di Altan. Due capiredattori, uno dice all’altro: “Non succede niente”, risposta: “Mandiamo tre inviati e titoliamo: tragico vuoto”. E il “tragico vuoto” della villa di Sant’Ilario lo riempie, inconsapevolmente, la colf. La colf di casa Grillo che in assenza d’altro diventa protagonista di un titolo d’agenzia Ansa: “Il signore non è in casa, è uscito”. Parte da qui la ricostruzione giornalistica: Grillo è a Roma, unica spiegazione possibile. Non c’è neanche il collaboratore e neanche la moglie, la signora Parvin. Mercoledì si segnala solo un caffè gentilmente offerto ai giornalisti assiepati in attesa, portato da un collaboratore (un altro? Sempre lo stesso?). Ma di Grillo neanche l’ombra. Nel vuoto di notizie e di presenza ci si aggrappa ai comunicati sul blog: “Chiedo scusa ai miei vicini di casa per il disagio di questi giorni, ancora qualche giorno di pazienza e tutto tornerà come prima”. Aspettando che Grillo-Godot si palesi e parli.
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