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Beppe Grillo, finanziamento pubblico: “Sequestriamo i beni dei partiti”

di Maria Elena Perrero |3 Dicembre 2013 18:32

Beppe Grillo, finanziamento pubblico: “Sequestriamo i beni dei partiti”

ROMA – Finanziamento pubblico, Beppe Grillo torna ad attaccare: sequestriamo i beni dei partiti in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale. L’ultima provocazione del leader del Movimento 5 stelle è stata lanciata dal suo blog. E lancia l’ashtag #SequestryPD-

Grillo accusa i partiti di aver truffato gli italiani:

Gli hanno estorto 2,3 miliardi di euro di finanziamenti pubblici nonostante il voto contrario di un referendum”.

Poi se la prende con le istituzioni per il loro “silenzio omertoso”

I partiti sono indifferenti alla volontà popolare, cambiano il significato delle parole per ingannare i cittadini.

E non risparmio, ovviamente, la Corte Costituzionale,

che ha la velocità di un gasteropodo quando si tratta dei privilegi dei partiti, come è avvenuto per il Lodo Alfano e per la legge elettorale Porcellum.

Per questo lancia l’idea:

si dovrebbe avviare un‘azione di sequestro preventivo dei patrimoni immobiliari dei partiti e una sospensione degli stipendi ai loro dipendenti.

Quindi l’attacco al Pd: 

Il pdmenoelle è il partito del “chiagni e fotti”, ha come alfieri Renzie, che è contro il finanziamento pubblico, ma i soldi dei “rimborsi” li ha sempre utilizzati (va ricordato che il tesoriere della Margherita era Lusi, finito in carcere) e Capitan Findus Letta, il ballista d’acciaio, che voleva abolire il finanziamento e poi ha incassato una rata di 91 milioni di euro insieme agli altri partiti a luglio. Il pdmenoelle spende per sedi e stipendi dei suoi impiegati venti milioni all’anno, l’autofinanziamento è di soli otto milioni. Senza i soldi estorti ai contribuenti Bersani e D’alema dovrebbero lavorare da casa, ai domiciliari con i figli che gli accendono il computer e inviano le email. Il pdmenoelle (quota ex Ds, ex Pds, ex Pci) dispone di 2.399 immobili che hanno un valore di circa mezzo miliardo di euro affidati a 57 fondazioni che, beffa nella beffa, a cui si può versare il 5 per mille in quanto enti di volontariato. Sequestriamoli in attesa delle decisioni della Corte che non potrà che essere la restituzione del maltolto allo Stato. Ne dubitate? Anche un bambino capirebbe che aggirare un referendum è incostituzionale. La domanda è però se la Corte Costituzionale è costituzionale.

 

 

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