ROMA – Deluso da Napolitano e preoccupato per moglie e figli che si sentono in pericolo. Così parla Beppe Grillo in un’intervista esclusiva rilasciata al Fatto Quotidiano. Il leader del Movimento 5 Stelle si confida con la penna di Emiliano Liuzzi, al quale racconta dell’incontro avuto con Giorgio Napolitano al Colle, dell’esito elle Quirinarie dalle quali è uscito il nome di Milena Gabanelli e delle prospettive future dei pentastellati.
Napolitano, confessa Grillo, lo ha deluso dopo quell’incontro al Quirinale, subito dopo le elezioni, quando il comico genovese lo definì addirittura “il mio presidente”.
È stato una delusione – racconta Grillo – Ci siamo lasciati in un modo, poi lui è tornato coi saggi. Per prendere tempo. Ma cosa gli chiese esattamente Napolitano in quell’incontro? “Se eravamo disposti a votare la fiducia al Pd. E noi abbiamo risposto che era il Pd a dover dare la fiducia a noi. Bersani voleva i nostri voti per insediarsi al governo. E continuare sulla strada tracciata fino a oggi. Noi non abbiamo firmato cambiali in bianco. C’è un governo. Vogliono votare la legge sul finanziamento ai partiti? Bene, Bersani si presenti con l’assegno da 49 milioni. Così possiamo parlare.
E quando Liuzzi lo incalza, facendogli notare che su certe posizioni forse ha peccato di eccessiva intransigenza ( Dice Prodi no, inciuci no…), Grillo replica:
Il Pd può votare Gabanelli. Non credo che sia una donna per loro impresentabile. Se poi vogliono presentare Giuliano Amato, il braccio destro di Craxi, facciano pure.
Poi parla delle minacce, attendibili o meno, che fanno sentire la sua famiglia in pericolo:
Non voglio scorte, ma la mia famiglia ha paura: mia moglie, i miei figli. Mi trovo le persone più svariate sotto casa. Alcuni hanno i microfoni, altri non so chi siano. Ma non intendo cambiare il mio modo di vivere.
Quanto al futuro di M5s annuncia che non ci saranno altri comizi in piazza, dopo il tour in Friuli Venezia Giulia dove è approdato in questi giorni per sponsorizzare la candidatura di Saverio Galluccio alla poltrona di governatore. E lancia un avvertimento agli imprenditori che sempre più numerosi bussano alla sua porta:
Io e Casaleggio stiamo incontrando imprenditori. Lui ieri a Torino, io piccoli imprenditori liguri. Ma ancora non hanno capito che l’approccio con noi non è quello che hanno con gli altri. Io non voglio i farmacisti o i notai che mi porgono i loro voti sul piatto in cambio di leggi di favore. Se è questo che cercano, possono restarsene a casa. Parliamo dei problemi. E di come si possono affrontare, non ci interessano gli affari di casta.