Grillo, vaffa a Bersani: “Meglio il salto nel buio”. Punta a elezioni anticipate

ROMA – Meglio un “salto nel buio” se l’alternativa è un “suicidio intellettualmente assistito”. Fuori di metafora il ragionamento di Beppe Grillo, alla vigilia della prima votazione per eleggere i presidenti di Camera e Senato, suona più o meno così: meglio andare avanti senza accordi, a oltranza, anche se il rischio prevedibile è che un governo, senza l’apporto del M5S, non si faccia. Meglio le elezioni, anche subito, piuttosto che fare patti con il Pd che pure corteggia i grillini insistentemente e senza successo da settimane. La missione in Parlamento, se non fosse chiaro, è quella di demolire il sistema, non di scenderci a patti.

Il primo banco di prova è la votazione, venerdì, per eleggere i presidenti di Camera e Senato. Su questo punto Pierluigi Bersani si arrende. Ai suoi ha detto di votare scheda bianca, un’astensione che significa: andiamo avanti con la trattativa. ”Finora la nostra proposta di corresponsabilità non è stata raccolta dalle altre forze. Propongo dunque di votare domani sia alla Camera sia al Senato scheda bianca per continuare a lavorare ad un accordo”. Astensione, ora, per continuare a trattare. Peccato che l’interlocutore privilegiato di questa trattativa eviti ogni occasione per trattare. La riunione, qualche giorno fa, tra i rappresentati Pd e quelli M5S per trovare un accordo quanto meno sulle cariche istituzionali è durata mezz’ora. Con i grillini che hanno liquidato gli interlocutori in tempi record, fermi nella decisione di fare loro nomi per Camera e Senato, cosa poi avvenuta.

Riunioni prima annunciate poi rimandate, infine cassate, anche tra giovedì e venerdì: il M5S risponde “troppo tardi” ai pontieri Pd sempre pronti a cercare l’accordo. In questa ottica va visto anche l’intervento, su Repubblica, di Bersani che pur di avvicinare i grillini ha risposto a una lettera di Adriano Celentano pubblicata dal quotidiano il giorno prima: “Con Grillo un cambiamento possibile…”.

Poi c’è il Pdl, certo. Anche il partito di Berlusconi voterà scheda bianca, anche in questo caso per mandare avanti trattative. Trattative che però dalle parti dei berlusconiani sono più delineate. Puntano sulla Camera, lasciando il Senato al Pd, è d’accordo su questa linea anche la Lega. E  anche più in alto: puntano al Colle. Soprattutto, puntano a rimanere interlocutori indispensabili per le cariche più alte, gioco che gli viene facilitato dalla strategia di Grillo.

Questo è lo schema di gioco all’inizio di questa 17esima legislatura. E se il buongiorno si vede dal mattino…

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