Beppe Grillo, stop a giornalisti comari. “Recintiamoli in Parlamento”
Pubblicato il 25 Giugno 2013 - 17:07 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – Beppe Grillo vuole recintare i giornalisti parlamentari, quelli che chiama i “pennivendoli” e i “gossipari”. Fino a qualche giorno fa era una tomba maleodorante, un luogo inutile che poteva anche chiudere. Ora, invece, il Parlamento, per Grillo, è diventato un “luogo sacro”. Così sacro da dover allontanare o almeno “disciplinare” i giornalisti. Come? Confinandoli in “appositi recinti” come si fa con gli animali che sporcano o che possono rompere qualcosa in casa di ospiti.
Grillo sul suo blog torna all’attacco dei cronisti, delle “comari” che inseguono ovunque i deputati a caccia di informazioni. “Taci – esorta il portavoce M5s – il giornalista ti ascolta! Si nascondono ovunque. L’unica difesa è il silenzio, il linguaggio dei segni”.
Scrive Grillo sul suo blog:
Il Parlamento è il luogo più sacro, di una sacralità profana, della Repubblica Italiana, ma è sconsacrato ogni secondo, ogni minuto, frequentato impunemente, spesso senza segni di riconoscimento, da folle di gossipari e pennivendoli dei quotidiani alla ricerca della parola sbagliata, del titolo scandalistico, del sussurro captato dietro a una porta chiusa. Qualche deputato li scambia talvolta per colleghi e parla, parla per ritrovare sul giornale quella che credeva una conversazione privata. Mercanti di parole rubate. Taci, il giornalista ti ascolta! Si nascondono ovunque.
L’unica difesa è il silenzio, il linguaggio dei segni. I giornalisti non possono infestare Camera e Senato e muoversi a loro piacimento. Vanno disciplinati in spazi appositi, esterni al Palazzo. Per un’intervista chiedano un appuntamento, come si usa tra persone civili, non bracchino i parlamentari per le scale o al cesso. All’ingresso di Montecitorio e di Palazzo Madama va posto un cartello “No gossip. Il Parlamento non è un bordello.”