Tutti i vip che s’inciuciano con Grillo. Ramazzotti, Carrà, Venditti, Allevi…

ROMA -Tutti i vip si inciuciano con Beppe GrilloEros Ramazzotti è uno di questi, ma è solo l’ultimo a dichiararsi, dopo gli apprezzamenti eccellenti di Adriano Celentano, Dario Fo, Michele Placido, con una lista destinata ad allungarsi a misura del prolungamento del vuoto istituzionale. E che comprende, in ordine sparso, Antonello Venditti, Gabriele Lavia, Franco Battiato, Raffaella Carrà, Giovanni Allevi…

Mattia Feltri su La Stampa di oggi (7 marzo), propone un divertente  aggiornamento dei risultati della “corsa sul carro di Grillo”, non circoscritta però alle sole “very important person” dello spettacolo, dal cabaret al Nobel, ma estesa anche a imprenditori, politici, amministratori, folgorati sulla via di Damasco e convertiti alla religione di Grillo.

Degli uomini di spettacolo, i più vicini all’estrazione comédien del nostro, si segnala quindi Eros Ramazzotti, cantante, che dichiara, appena finito il concerto al Palabam di Mantova: “Amo Grillo da tempi non sospetti; la loro idea è buona, l’ho seguito, c’è bisogno di un cambio netto”. Giusto, e infatti solo due mesi fa non aveva mancato di esibire il suo sostegno a Mario Monti del quale, diceva, “ha dato dell’Italia un”immagine più forte. Prima ci consideravano una ruota di scorta”.

E’ vero, adesso ci considerano in mano a due “pagliacci”. Proseguendo con gli artisti, troviamo che ad Antonello Venditti piace “l’aspetto morale del movimento”. Raffaella Carrà è disposta a credere alla “rivoluzione” e spera che Grillo “la porti avanti”. Giovanni Allevi, giovane pianista e compositore, si ritiene “il Beppe Grillo della musica”. Il regista di teatro Gabriele Lavia ha una sola perplessità nel suo rapporto con il nuovo verbo: “Non so usare il computer”.

Una vera conversione riguarda l’imprenditore Arturo Artom, fino alla vigilia del voto berlusconiano con il suo movimento Rinascimento italiano. Adesso predica (lo ha fatto a Piazzapulita) la democrazia dal basso. E’ iscritto anche lui, al club dei “pontieri”, come li chiama Mattia Feltri, alludendo alla precoce fioritura di politici che improvvisamente aprono al nuovo che un minuto prima lo spoglio combattevano o detestavano.

Nichi Vendola (da Grillo “preludio del fascismo” a “Grillo ricorda Pannella, non Mussolini”), Fassina e Orfini (Grillo vittimista/aggressore uguale a Berlusconi è diventato interlocutore “per risolvere alcune emergenze del Paese”), fino all’inarrivabile sindaco di Bari Emiliano che Grillo lo vede bene premier (“il nostro Ronald Regan”), ma che almeno la passione per il comico ce l’aveva già da prima.

Degli autoconvocatisi giornalisti Rai per Grillo, si è già parlato su questo giornale. Nel frattempo, va registrato che un economista vip, Jean Paul Fitoussi smentisce le voci di una sua appartenenza a 5 Stelle, nega di aver contribuito al suo programma, dice di non condividere le idee di Grillo che non conosce e che non intende incontrare: è vero, è un vip, ma non è italiano.

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