Berlusconi tra 10 giorni sbotta e sfascia. Pronto un videomessaggio shock

Berlusconi, 10 giorni per far cadere il governo. Pronto videomessaggio shock
Silvio Berlusconi (Foto Lapresse)

ROMA – Tra dieci giorni sbotta e sfascia. Sbotta inteso come discorso al veleno e sfascia inteso come far cadere il governo. Silvio Berlusconi lancia l’ultimatum: attraverso il suo Angelino Alfano manda a dire al Pd che hanno dieci giorni di tempo per fermare i lavori della Giunta per le Elezioni e riconsiderare la costituzionalità della legge Severino. Altrimenti il Pdl ritirerà i propri ministri dal governo, l‘esecutivo Letta cadrà e partirà di fatto una nuova campagna elettorale. Per questo Berlusconi avrebbe già pronto un videomessaggio shock, scrivono Francesco Bei su Repubblica e Paola Di Caro sul Corriere della Sera.

Dopo la conferma della condanna a 4 anni nel processo Mediaset da parte della Corte di Cassazione e il silenzio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l’ex presidente del Consiglio è sfiduciato.

L’ultima offerta del Pdl dovrebbe sottoporla Alfano, accompagnato da Renato Brunetta, in un incontro privato con il presidente del Consiglio Enrico Letta. Se la risposta sarà negativa Berlusconi, scrive Bei, farà saltare il tavolo.

Per la prima volta Berlusconi ha riunito nella sua villa San Martino ad Arcore il quartier generale del proprio partito: Alfano, Denis Verdini, Daniela Santanchè, Maria Stella Gelmini, Brunetta, Daniele Capezzone. Mancava, però, Gianni Letta, che, secondo quanto scrive Bei, sarebbe profondamente sconfortato per la

deriva oltranzista maturata dal suo partito. Con parole amare: «Quelli che i giornali chiamano pitonesse e falchi non sono matti ma criminali».

Berlusconi, comunque, non si aspetta molto dall’incontro di Alfano con Letta. Riporta il suo pensiero Paola Di Caro:

“Cosa posso aspettarmi da una Corte costituzionale politicizzata che, quando ha potuto, mi ha sempre dato contro? Come da un capo dello Stato che si è limitato a una nota inaccettabile, da un Pd che si vergogna a stare al governo con noi? Ci pensi il premier, ci pensi Napolitano a risolvere questa questione, se ci tengono tanto al governo. Non è ammissibile un voto in commissione che mi faccia decadere da senatore, e tantomeno si aspettino che io chieda la grazia. Sono loro che devono risolvere questa situazione”.

Berlusconi non confida nel giudizio della Corte Costituzionale sulla legge Severino:

“Voi vi appassionate a questa storia della costituzionalità, ma la mia opinione sulla Consulta la conoscete bene. Volete che mi affidi a quelli che hanno già bocciato il lodo Alfano? Sono 11 contro 4, è un plotone di esecuzione della sinistra”.

Per questo avrebbe già preparato un crono-programma con con i tempi della nascita di Forza Italia, della crisi e del voto anticipato.  E a questo servirebbe il videomessaggio, una sorta di riedizione di quello della discesa in capo del 1994. Vent’anni e una condanna definitiva dopo.

 

 

 

 

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