Berlusconi: “Abbasseremo le tasse”. L’ha detto? Si, no, forse

Pubblicato il 6 Gennaio 2010 - 20:12 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

«Sarà l’anno delle riforme. Partiremo con quelle della giustizia, poi proseguiremo con la scuola e soprattutto con un programma di riforma fiscale per ridurre le tasse». Sono le 15 del pomeriggio e Silvio Berlusconi si collega telefonicamente con gli europarlamentari del Pdl riuniti nell’hinterland torinese. E detta l’agenda del 2010.

Da quel momento tutte le agenzie battono la notizia che Berlusconi ha promesso la riduzione delle tasse.

Poi il premier parla anche di altro, certo. Affronta il nodo regionali, definendo l’appuntamento come una prova decisiva «in questo momento difficile dove il terrorismo internazionale è tornato a farsi sentire».

Richiama anche all’unità, «dobbiamo essere il partito dell’amore – torna a dire – che combatte contro chi diffonde odio». Annuncia pure un suo pronto ritorno dopo la convalescenza. Ma l’attenzione di tutti, esperti di politica e non, rimane focalizzato su quella promessa inattessa.

Si arriva così alle 19.16 e le agenzie battono un’altra notizia: Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, smentisce che il premier abbia mai parlato di riduzione delle tasse. «Riduzione delle tasse nel 2010? – dice il sottosegretario – Questa frase dal presidente del Consiglio non è mai stata pronunciata».

Ma allora a tutti rimane il dubbio. Berlusconi, al telefono con gli europarlamentari, ha detto che ridurrà le tasse oppure no? Si, no, forse?

Sono tutte le agenzie italiane che hanno erroneamente dettato la notizia o Bonaiuti è dovuto correre ai ripari? Magari per contenere l’effetto di una promessa, di difficile realizzazione, fatta dal premier sull’onda di un entusiasmo emotivo mirato a riscaldare i cuori dei suoi uomini?