Berlusconi addolorato per Cossiga: si rifugia nella villa in Sardegna

Ha appreso della scomparsa di Francesco Cossiga fra una passeggiata nel parco di villa La Certosa e una sessione di lavoro sul partito, il governo i punti programmatici da sottoporre ai finiani. E la reazione di Silvio Berlusconi, come racconta il portavoce Paolo Bonaiuti, e’ stata di sorpresa e dolore: ”E’ rimasto malissimo”, riferisce il sottosegretario.

Appresa la notizia, il Cavaliere si e’ seduto al tavolo e ha scritto di suo pugno con l’immancabile ‘Tratto-pen’ nera il comunicato in cui racconta il suo dolore: ”Piango un amico carissimo, affettuoso, generoso. Mi mancheranno il suo affetto, la sua intelligenza, la sua ironia, il suo sostegno. Ai suoi figli l’impegno della mia vicinanza”.

Poche righe, lette al telefono a Gianni Letta e Paolo Bonaiuti e poi mandate alle agenzie. Non dovrebbe andare ai funerali per rispettare le volonta’ del presidente emerito della Repubblica, ma vuole andare alla camera ardente allestita all’ospedale Gemelli. La brutta notizia gli ha rabbuiato la giornata, giurano i bene informati. Il premier e’ rimasto in villa: con lui la figlia Barbara e i nipotini.

Sembrano lontani i tempi delle incomprensioni con la primogenita di Veronica Lario. Cosi’ come lontani sembrano i tempi in cui Villa La Certosa era vissuta come una ritiro ”violato” dai paparazzi.

Anche se proprio oggi, sono spuntate delle foto che lo ritraggono su una delle terrazze che si affacciano su punta Lada. Una cosa che l’anno scorso lo mando’ su tutte le furie. Ad ogni modo l’umore del Cavaliere (al di la’ del dolore per la scomparsa di Cossiga) sembra restare buono. Alcuni raccontano ottimo. Ha ritrovato la gioia del suo buen retiro: quest’anno ha piovuto molto ed e’ meraviglioso, ha raccontato ad un amico. Insomma, sembra proprio che sia rispuntato l’amore per quella che ha piu’ volte definito l’unica sua vera casa.

Tanto che stasera ha invitato alcuni amici, per trascorrere in compagnia la serata. Anche se non sembra che abbia accantonato (almeno per ora) la decisione di venderla. Un buonumore che lo aiuta a dimenticare le tante grane che lo aspettano a Roma. A cominciare dalla tenuta della maggioranza. Venerdi’ e’ confermato il vertice con lo stato maggiore del Pdl. Si dovrebbe tenere a palazzo Grazioli, anche se qualcuno e’ ancora incerto sulla sede. Ci saranno i coordinatori, i capigruppo e alcuni ministri (Alfano e Matteoli, sicuri, in forse Frattini), oltre a Niccolo’ Ghedini e Gianni Alemanno. Il piatto forte, ovviamente, sara’ il nodo Gianfranco Fini e i punti programmatici su cui verificare la tenuta della coalizione. La speranza non e’ quella di trovare un’intesa con l’ex leader di An – che, raccontano i fedelissimi, neanche cerca piu’, convinto com’e’ che a settembre sara’ Fini a staccarsi fondando un partito – ma strappargli parlamentari. Ecco perche’ le colombe insistono nell’ammorbidire i punti piu’ delicati: giustizia e sicurezza-immigrazione su tutti. Il problema e’ che sulla giustizia Berlusconi vuole uno scudo che gli consenta di respingere l’assalto di quelli che definisce ”pm politicizzati” se la Consulta dovesse bocciare il legittimo impedimento.

E convincere i finiani non sara’ facile. Ecco perche’ fra i ministri e i dirigenti piu’ vicini a Berlusconi prevale il pessimismo: e qualcuno arriva a sperare che si voti il prima possibile, magari in novembre. Insomma, le urne restano un’ipotesi concreta. Anche per questo, sabato, e’ previsto un vertice proprio sull’organizzazione del partito ed in particolare sui responsabili del voto che dovrebbero presidiare le 60mila sezioni elettorali. Insomma, nonostante ai sostenitori abbia detto che il governo ”se la cavera” il premier si prepara al peggio.

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