Berlusconi alla stampa russa: “Non mi candiderò più”

ROMA, 5 MAR – ”Non ho davvero intenzione di candidarmi per la sesta volta alla guida del governo ma continuero’ ad essere il presidente fondatore del Popolo della Liberta’ e lavorero’ per favorire una stagione di riforme per il mio Paese. Credo nella possibilita’ di un cambiamento di sistema che porti l’Italia ad essere uno Stato moderno, efficiente e all’altezza delle sfide globali. Mi considero insomma sempre al servizio del mio Paese e per questo non smettero’ di lavorare e di impegnarmi come ho fatto in tutta la mia vita”.

Lo afferma l’ex premier Silvio Berlusconi, in un’intervista al tabloid russo ‘Komsomolskaya Pravda’ parlando del suo futuro.

Al giornale russo Berlusconi spiega anche la sua scelta di dimettersi: ”Ci siamo fatti da parte, nonostante avessimo la maggioranza in Parlamento, sia alla Camera che al Senato, per un atto di responsabilita’ e di generosita’ verso il Paese, per cercare un accordo con l’opposizione sulle riforme istituzionali indispensabili per la governabilita’ del Paese, quelle riforme che da soli non saremmo riusciti ad approvare. Questo accordo si e’ rivelato possibile solo mettendo in campo un governo di tecnici, un governo che noi sosteniamo con convinzione e lealta’.

Nessun complotto, solo calunnie. Assolutamente no. La decisione di fare un passo indietro e’ stata soltanto mia e del mio partito. Quanto agli scandali, nella realta’ non c’e’ stata nessuna ‘luce rossa’ ma soltanto calunnie sulle quali si e’ costruita una operazione di diffamazione anche a livello internazionale”: così Berlusconi, al giornale russo, smentisce l’ipotesi di un complotto ai suoi danni.

”Ma – prosegue – gli italiani hanno sempre avuto ben chiaro che si e’ trattato solo di calunnie e non si e’ verificata alcuna diminuzione della mia popolarita’. In realta’ io ho una sola colpa, quella di non essere riuscito a convincere gli italiani a darmi piu’ del 50 per cento dei voti. E’ certo colpa mia che non li ho persuasi, ma e’ anche responsabilita’ degli italiani che hanno irrazionalmente disperso il loro voto su tanti piccoli partiti. Il mio partito, il Popolo della Liberta’, è stato per 18 anni il primo partito e lo e’ ancora. Ma per raggiungere la maggioranza assoluta si e’ dovuto alleare con i piccoli partiti che costituiscono quasi il 50 per cento delle presenze in Parlamento”.

Riforme. ”Adesso lavoriamo con l’opposizione per cercare di varare le riforme che, lo ripeto, sono indispensabili per modernizzare il Paese e renderlo governabile. Sino ad ora, solo per fare un esempio, i governi non hanno avuto alcun potere”, spiega ancora l’ex premier alla ‘Komsomolskaya Pravda’.

”Il Presidente del Consiglio italiano – prosegue –  non puo’ neppure sostituire un ministro. Dopo il ventennio fascista, infatti, i nostri Padri costituenti, temendo che si potessero nuovamente verificare le condizioni per una dittatura, distribuirono il potere tra le Assemblee parlamentari, il Capo dello Stato eletto dalle Camere e la Corte Costituzionale”.

Crisi e Ottimismo. Secondo Berlusconi ”la crisi e’ stata alimentata dalla speculazione internazionale e dal pessimismo. Essere ottimisti non è un peccato di ingenuita’, anzi, e’ un dovere istituzionale. In una situazione difficile, il pessimismo e’ il principale fattore che alimenta la crisi. E’ proprio nei momenti di recessione che l’ottimismo e il coraggio imprenditoriale sono essenziali”.

I giudici di sinistra e le leggi cancellate. Sempre nell’intervista Berlusconi rilancia la necessita’ di modificare gli attuali poteri che ha il governo a cui i ‘padri costituenti’ ”attribuirono soltanto il potere di presentare alle Camere dei disegni di legge. Questi disegni diventano legge mediamente dopo 18-24 mesi, ma se non piacciono alla magistratura di sinistra vengono impugnati da un Pubblico Ministero che li porta davanti alla Corte Costituzionale che, inderogabilmente, li abroga. Negli ultimi cinque anni, sono state abrogate 241 leggi. Come vede – sottolinea Berlusconi –  e’ indispensabile cambiare questa architettura istituzionale che non consente al Paese di essere governato”.

La crisi dell’Euro. ”Non mi sembra probabile. Certo prima dell’Euro avevamo la possibilita’ di essere competitivi, attuando delle svalutazioni delle nostre monete per favorire le esportazioni, cosa che non e’ piu’ possibile con l’euro. Il problema attuale e’ che dietro l’euro non c’e’ un governo centrale in grado di esprimere una politica economica e monetaria comune. E non c’e’ una Banca centrale come garante di ultima istanza, come invece accade con il dollaro, la sterlina, lo yen”. Lo afferma l’ex premier Silvio Berlusconi, nel corso di un’intervista alla ‘Komsomolskaya Pravda’ e rispondendo ad una domanda sull’ipotesi di tornare alle vecchie monete nazionali.

”Questo – prosegue – determina la fragilita’ strutturale dell’Europa che perdurera’ in assenza di decisioni risolutive e coraggiose sulle due questioni che ho ricordato. Per quanto riguarda noi italiani abbiamo ereditato dai governi precedenti un debito pubblico molto elevato. In Italia prima di noi i governi duravano in media 11 mesi e per recuperare il consenso in vista delle elezioni spendevano molto e producevano debito. Ma la solidita’ economica dell’Italia non e’ mai stata posta in discussione: mettendo insieme il debito pubblico e quello privato, l’Italia si posiziona subito dopo la Germania come secondo Paese economicamente piu’ forte di tutta l’Europa, prima della Svezia, della Francia e della Gran Bretagna”.

Putin? Ancora determinante. ”Il mio rapporto con la Russia e’ costellato da molti episodi e dai ricordi dei luoghi in cui ho vissuto momenti bellissimi: le sale del Cremlino, Sochi e le rive fiorite del Mar Nero, San Pietroburgo in festa per i suoi trecento anni… Solo per dirle le prime cose che mi vengono alla mente. E poi, i miei rapporti e la mia amicizia con Gorbaciov, con Eltsin, con Putin, con Medvedev. Certo nei confronti di Vladimir nutro un sentimento di amicizia speciale. Lui e’ un uomo straordinario, semplice e umile, una persona di grande umanita’, di grande sensibilita’ e di forti sentimenti primo tra tutti quello dell’amicizia. Per il suo Paese ha svolto e svolgera’ ancora un ruolo determinante”. Lo afferma l’ex premier Silvio Berlusconi in un’intervista alla ‘Komsomolskaya Pravda’ parlando di Vladimir Putin, all’indomani delle elezioni che lo hanno riportato alla presidenza russa.

”Ha saputo portare avanti la transizione dal totalitarismo alla democrazia: un’impresa difficile che richiede tempo. Siamo spesso in contatto telefonico, ci siamo fatti visita a vicenda. Devo a lui gran parte delle emozioni che ho vissuto in Russia. Ricordo – prosegue – che una sera gli chiesi di portarmi a fare un giro per San Pietroburgo. Arrivati al porto, scendemmo dall’auto e proseguimmo a piedi, senza gli agenti della scorta. Fummo attorniati dalla gente che, via via lo riconosceva, gli stringeva la mano, lo abbracciava e lo applaudiva. In tanti chiesero di fotografarsi con noi. E tutto questo avveniva fuori dai riflettori, fuori  dalle regole ufficiali. Credo davvero – conclude – che cio’ che Vladimir e’ riuscito a farmi sentire sia proprio il cuore del suo popolo. Che e’ la scoperta piu’ bella che si possa fare in Russia. E’ per questo che ho sempre voglia di tornare da voi”.

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