La nota del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sul futuro giudiziario e politico di Berlusconi, ha avuto un lettore in anteprima, al di fuori dello staff del Quirinale: Berlusconi stesso.
Lo ha rivelato il Giornale di casa Berlusconi in una cronaca di Adalberto Signore e lo ha messo in evidenza, estrapolando il dettaglio e entrando in polemica con Napolitano, il Fatto.
La nota, non firmata, in neretto, del Fatto, evidenzia che il Giornale è stato l’unico a scrivere che si è trattato di
“un testo concordato e che Silvio Berlusconi ha già letto in diverse stesure, fino a quella definitiva”.
Osserva il Fatto:
“Un dettaglio di non poco conto, soprattutto se rivelato dall’house organ dei falchi berlusconiani, i grandi sconfitti dell’altro giorno. Eppure il Colle, sempre solerte e pignolo nei confronti della stampa (che ci sia da fare le pulci a un’intervista o da smentire una cena con la moglie Clio), stavolta ha fatto finto di nulla. Magari è tutto vero. Oppure no. Forse mercoledì il Giornale a Castelporziano non è arrivato”.
Adalberto Signore aveva scritto sul Giornale:
“Gianni Letta [per] giorni fa da pontiere tra Castelporziano e Arcore, non solo telefonicamente ma anche fisicamente. È lui – come già accaduto tante altre volte in passato- a gestire la complessa mediazione che poco prima delle otto di sera si materializza nella lunga nota di Giorgio Napolitano. Un testo concordato e che Silvio Berlusconi ha già letto in diverse stesure, fino a quella definitiva. Di qui la battuta con cui dopo pranzo il Cavaliere risponde al suo interlocutore: «L’apertura di Napolitano sarà seria, impegnativa e non di circostanza»”.
“Ecco perché alla fine [Berlusconi] dà retta a Gianni Letta che insiste da giorni sulla necessità di trovare «una soluzione condivisa»”.