Berlusconi in aula, Bersani: “Un discorso incommentabile”. Di Pietro: “Premier retto da una maggioranza comprata”

Pubblicato il 29 Settembre 2010 - 13:43 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Se i finiani hanno accolto compessivamente bene il discorso in aula di Silvio Berlusconi, ben diverso è il pensiero dell’opposizione.

Pd. Pier Luigi Bersani ha definito il discorso “incommentabile”. “L’avete sentito anche voi – dice il segretario del Pd – no so in che Italia viva” il premier.

“Così si può ottenere la fiducia di un giorno – afferma invece Dario Franceschini – ma non si governa un Paese. La crisi resta aperta”. “Si dimetta, Presidente, passi la mano. Il Paese ha bisogno di essere governato da forze realmente democratiche e riformiste”: è l’appello rivolto al presidente del Consiglio dal vicepresidente della Camera Rosi Bindi. Nel suo intervento, al termine del discorso programmatico di Berlusconi, Rosi Bindi, ha criticato punto per punto quanto sostenuto dal Cavaliere. ”Per fortuna – ha aggiunto rivolgendosi a Berlusconi – ci ha risparmiato il capitolo delle emergenze, perche’ sarei stata davvero curiosa di sentire cosa avrebbe detto ancora sui rifiuti di Napoli…”.

Per Massimo D’Alema, “Gli appelli alla coesione nazionale sono inviti che possono essere fatti solo da chi ha la credibilità per farli e non è il caso del presidente del Consiglio”. “Quello che ha descritto Berlusconi – ha detto Walter Veltroni – è un mondo immaginario, televisivo: il Paese reale è un altro, e ci sono imprenditori in difficoltà e lavoratori che perdono il posto”.

Pdl. ”Un discorso perfetto”: così il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha commentato l’intervento del premier Silvio Berlusconi alla Camera. ”Un discorso perfetto – ripete il ministro – soprattutto per quanto riguarda il programma per i prossimi due anni e mezzo di governo”. Ci sarà una fiducia ampia? ”Spero di si – risponde Maroni – come si fa a votare contro?”.

”Le dichiarazioni rilasciate dai principali esponenti della sinistra al discorso del Presidente del Consiglio denotano un preoccupante rifiuto di accettare il terreno del confronto politico. Ancora una volta il Pd, per le proprie debolezze, lascia che la dimensione della politica, rilanciata con coraggio e consapevolezza da Berlusconi, sia riempita a sinistra dalle posizioni estremiste e demagogiche di Di Pietro, Vendola e Grillo”. Lo afferma Sandro Bondi, coordinatore del Pdl e ministro per i Beni culturali.

”Il discorso del presidente Berlusconi ha dimostrato ancora una volta il grande spessore politico del premier. Un intervento da statista, basato sul senso di responsabilità di chi ha a cuore i problemi reali del Paese”: è il commento del ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. ”Il Presidente del Consiglio ha posto i valori al centro del dibattito: quello della famiglia, con il quoziente familiare, la difesa della vita e la libera educazione. Ha riaffermato dunque la differenza di sensibilità e di idee tra la maggioranza e l’opposizione. Finalmente oggi si ritorna a parlare di contenuti e termina la vecchia politica degli intrighi di palazzo. Gli italiani vogliono che il governo Berlusconi continui con il suo lavoro per cambiare l’Italia”, conclude Gelmini.

Idv. ”Il presidente del Consiglio ci ha raccontato una barzelletta di 40 minuti che non fa ridere nessuno”: lo ha detto nell’aula della Camera il capogruppo dell’Idv, Massimo Donadi, nel dibattito sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio. Donadi cita Lucio Dalla: ‘magari facciamo pure tre volte Natale…’, e aggiunge: ”basta raccontare frottole come quella della riduzione delle aliquote fiscali, una barzelletta che va avanti dal 1994”. La verità è che oggi Berlusconi ha aperto la campagna elettorale come lo ha fatto il ministro Bossi sulla battuta sui romani porci”.
“Il discorso di Berlusconi sembrava il remake del film comico l’aereo più pazzo del mondo – afferma il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando – L’aereo della maggioranza sta cadendo in picchiata, ma il premier vende fumo e fa finta di nulla. Mancava solo la benedizione finale Urbi et Orbi”.
Antonio Di Pietro definisce Berlusconi un “serpente a sonagli”, “venditore di tappeti”, retto da una “maggioranza farlocca, venduta, comprata o ricattata”, fatta di gente che “vota la fiducia per mantenere la propria poltrona”.