Berlusconi: “Tornano Batman, Beautiful, il Chinotto… perché non posso tornare io?”

Silvio Berlusconi fotografato in Sardegna il 19 agosto 2012 (LaPresse)

ROMA – Silvio Berlusconi, 26 agosto 2012: “Torna Batman al cinema, torna Beautiful su Canale 5 e torna di moda il Chinotto…. Non ho capito, ma solo io non posso tornare?”. Dichiarazione raccolta da Il Giornale, quotidiano di casa Berlusconi, a testimonianza del fatto che il proprietario di Mediaset, del Milan e del Pdl non è per nulla depresso come si dice in giro da tempo (ultima “l’ape regina” Sabina Began), anzi è pronto a ricandidarsi per la sesta volta a presidente del Consiglio.

Ricandidarsi nella quasi totale certezza (rassicurante certezza) che poi l’incombenza di guidare il governo dell’Italia dalla primavera prossima toccherà a qualcun altro. Ricandidarsi allora per prendere qualche voto in più, per strappare un 20% alla guida del Pdl e avere i numeri nella diciassettesima legislatura per contare nella costruzione e nella demolizione delle maggioranze. Ricandidarsi perché, se il brand Silvio è logoro e vende poco all’estero, il brand Angelino (Alfano) non è mai stato “riconosciuto” dai consumatori di centrodestra (vedi ultime amministrative).

Ricandidarsi perché di “quid” in giro non ce n’è abbastanza. Confida ai suoi Berlusconi: “Nonostante il grande impegno, il notevole contributo e l’apprezzabile quid di chi sta al mio fianco, io resto l’unico vero campione. Angelino ha fatto il possibile, è stato bravissimo e davvero molto presente. Meglio non avrebbe potuto fare, ma ho la sensazione che ci sia ancora bisogno di me…”.

Al Cavaliere stanco toccherà un’altra volta la solita maratona (soprattutto televisiva) di comizi, diete dimagranti che sfibrano uno stoico corpo ultrasettuagenario (76 anni il prossimo 29 settembre) e slogan sempre più difficili da proporre a un elettorato smaliziato da 18 anni di berlusconismo. Obiettivo: qualche punto percentuale in più, magari per strappare di un’incollatura il premio di maggioranza al Pd. E mandare a governare un altro, lamentandosi che “non mi fanno governare”, ma con la maggioranza in tasca.

 

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