ROMA – Silvio Berlusconi annuncia: anche l’Italia bombarderà la Libia. E il governo si spacca con la Lega che dice: non voteremo la mozione. Una spaccatura alla vigilia della settimana del “rimpasto” che certo guasta i piani di Berlusconi. Tanto più che i finiani già urlano alla crisi di governo con Italo Bocchino che dice: ”La dichiarazione di Calderoli sull’intervento italiano in Libia apre di fatto la crisi di governo. Berlusconi ha garantito a Obama ciò che mai avrebbe voluto fare per non turbare la dittatura di Gheddafi, ma non ha fatto i conti con la cultura antinazionale della Lega che è pronta a far sfigurare l’Italia a livello internazionale pur di prendere quattro voti in più alle amministrative”.
E’ stato lo stesso Cavaliere ed annunciare la svolta nella politica estera in una telefonata al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, dopo che il 15 aprile in Consiglio dei ministri Berlusconi era orientato a escludere il coinvolgimento italiano nei bombardamenti della Libia. Ma negli ultimi giorni, come ha spiegato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è maturata in seno al governo la considerazione di cambiare la natura della missione italiana “perché la situazione a Misurata è diventata terribile”. Ma di questa svolta, assicura La Russa, è stato avvertito il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. L’Italia accoglie così l’appello lanciato dalla Nato agli alleati e Roma risponde con il sì “ad azioni mirate”.
”Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi – si legge in una nota – ha avuto poco fa una lunga conversazione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sugli sviluppi della crisi libica. Nel corso del colloquio il Presidente Berlusconi ha informato il Presidente Obama che l’Italia ha deciso di rispondere positivamente all’appello lanciato agli Alleati dal Segretario Generale della Nato in occasione della Riunione del Consiglio Atlantico del 14 aprile scorso a Berlino, e dopo i contatti avuti successivamente dal Presidente del Consiglio e dai Ministri degli Esteri e della Difesa, per aumentare l’efficacia della missione intrapresa in Libia in attuazione delle Risoluzioni ONU 1970 e 1973″.
“A tal fine l’Italia (che sin dall’inizio sta fornendo un cruciale contributo all’operazione Unified Protector in termini sia di assetti aerei e navali assegnati alla missione sia di disponibilita’ delle proprie basi aeree per lo schieramento di aerei alleati) – si legge ancora – ha deciso di aumentare la flessibilita’ operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, nell’intento di contribuire a proteggere la popolazione civile libica. Con cio’, nel partecipare su un piano di parita’ alle operazioni alleate, l’Italia si mantiene sempre nei limiti previsti dal mandato dell’operazione e dalle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.
”Le azioni descritte si pongono in assoluta coerenza con quanto autorizzato dal Parlamento, sulla base di quanto già stabilito in ambito Onu e Nato, al fine di assicurare la cessazione di ogni attacco contro le popolazioni civili e le aree abitate da parte del regime di Gheddafi. Sugli sviluppi e sugli aggiornamenti il Governo informera’ il Parlamento e i Ministri degli Esteri e della Difesa sono pronti a riferire davanti alle Commissioni congiunte Esteri-Difesa”. ”Il Presidente Berlusconi telefonera’ tra poco al Primo Ministro del Regno Unito, David Cameron, e al Segretario Generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, per informarli di tali sviluppi, e ne parlerà domani – conclude il comunicato – con il Presidente della Repubblica Francese, Nicolas Sarkozy, in occasione del Vertice Intergovernativo previsto a Roma”.
Il governo informerà il Parlamento sulle azioni mirate in Libia, i ministri degli Esteri e della Difesa sono pronti a riferire davanti alle Commissioni congiunte Esteri-Difesa, prosegue la nota ufficiale. Berlusconi avviserà della decisione italiana il premier britannico David Cameron e il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, e ne parlerà martedì con Nicolas Sarkozy, in occasione italo-francese di Roma. «Non saranno bombardamenti indiscriminati, ma missioni con missili di precisione su obiettivi specifici», precisa il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sottolineando che l’obiettivo è quello di «evitare ogni rischio di colpire la popolazione civile».
Lega contro. Ma se il ministro La Russa assicura che non ci saranno rischi maggiori per l’Italia e dice no a “bombardamenti indiscriminati”, le critiche arrivano più che altro dalla Lega nord. Roberto Calderoli dice: ”Non so cosa significhi ulteriore flessibilità, ma se questo volesse dire bombardare non se ne parla. Il mio voto in questo senso non l’avranno mai”.
”Ero e resto contrario a qualunque ulteriore intervento in Libia rispetto a quello che gia’ abbiamo reso disponibile e fatto”, aggiunge il ministro. ”Abbiamo gia’ fatto abbastanza mettendo a disposizione le basi e l’appoggio logistico e il pattugliamento anti-radar – prosegue Calderoli – Personalmente non avrei dato neanche questa disponibilita’ se non in cambio di un concreto concorso delle forze alleate al respingimento dell’immigrazione clandestina e alla condivisione del peso dei profughi”.
Anche il vice ministro della Lega Nord Roberto Castelli si dice contrario ai bombardamenti: ”Sostengo nel modo piu’ convinto le dichiarazioni del ministro Calderoli. Innanzitutto per la politica che la Lega ha sempre portato avanti coerentemente sulle azioni di guerra in Paesi limitrofi”. Aggiunge: “Nel caso specifico, appare sempre piu’ evidente che, almeno da parte di alcuni Paesi alleati, il vero obiettivo e’ quello di abbattere un regime per sostenerne un altro dalla natura incerta, e non certo quello di proteggere la popolazione civile. Tutto cio’ in assoluto contrasto con le risoluzioni Onu”.
La ‘grana Libia’ rischia di rovinare i piani di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, dopo il riposo nel ‘buen retiro’ di Porto Rotondo, era pronto a buttarsi nella zuffa in vista del voto di meta’ maggio. Per questo aveva pianificato con cura il delicatissimo vertice italo-francese con Nikolas Sarkozy e il ‘rimpastino’ di governo con la nomina dei sottosegretari dei Responsabili. Ora dovra’ fare i conti con il malumore leghista sull’intervento militare in Nord Africa. Con i Responsabili, invece, la partita sembra quasi chiusa. Mercoledi’ o al massimo venerdi’ dovrebbe divenire ufficiale la loro partecipazione nell’esecutivo con le nomine dei sottosegretari. Si tratta, pero’, soltanto di un ingresso parziale.
Probabile che le richieste di Iniziativa Responsabile siano accolte in due tranche: una prima parte nel corso del Cdm di questa settimana con nove nomine; una seconda e piu’ corposa tranche e’ rinviata a dopo l’approvazione del disegno di legge promesso da Berlusconi per aumentare il numero dei sottosegretari. Al momento il dossier ‘sottosegretari’ con nomi e numeri e’ in mano a Denis Verdini. Il coordinatore del Pdl incontrera’ martedi’ i ‘responsabili’ per sancire definitivamente l’accordo e pianificare il tragitto. Intanto il capogruppo di Ir, Luciano Sardelli, avvisa: ”E’ una settimana decisiva per il governo, non per noi – dice – Con la nomina di sottosegretari del Sud ci sara’ un riequilibrio nell’esecutivo, visto che il Nord mi sembra gia’ ben rappresentato”. Riequilibrio che, secondo Sardelli, ”sarebbe necessario anche nelle societa’ partecipate dal Tesoro”.
Lontano dalle polemiche sui festeggiamenti del 25 aprile e dai veleni interni al Pdl, il Cavaliere ha messo a punto la tabella di marcia che nei suoi piani dovrebbe condurre il centrodestra a centrare la vittoria alle comunali di Milano e Napoli. Una partita che assume sempre piu’ un significato politico nazionale. Per questo le divisioni interne al partito vanno assolutamente evitate. Certamente, Berlusconi ha letto l’intervista del ministro Roberto Calderoli alla Padania con la presentazione del Piano Tremonti per rilanciare l’economia del Paese. E proprio Calderoli e’ intervenuto nuovamente spiegando i termini del progetto ed annunciando l’intenzione di ”presentarlo nel Consiglio dei ministri della prima settimana di maggio”.
Da Calderoli pero’ arriva anche la rassicurazione sulla modalita’ ‘non ortodossa’ di presentazione del piano: ”Il premier e’ assolutamente sempre aggiornato – spiega – Lui e Tremonti si sono visti anche recentemente e non dubito che abbiano parlato” del progetto. D’altronde, anche il ministro Saverio Romano conferma che in questi giorni ”Berlusconi e Tremonti si sono sentiti spesso per preparare il vertice con Sarkozy”. Insomma, come assicurano fonti di governo, ”non c’e’ alcun caso Tremonti”. E’ certo che il ministro dell’Economia gode dell’appoggio della Lega Nord e che i ‘lumbard’ gia’ tesi per le azioni di ‘harakiri’ interne al Pdl a Milano non abbiano gradito il colpo di mano sulla Libia.