Berlusconi-Bossi, disgelo? Il Cavaliere pentito, il senatur: “Il governo non salta”

Pubblicato il 29 Aprile 2011 - 15:49 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Silvio Berlusconi e Umberto Bossi hanno ricominciato a parlarsi dopo più di un giorno in silezio e pieno di battute a distanza.

Da Domodossola il leader della Lega scandisce chiaramente «io non voglio certo far saltare il Governo» spalancando le porte di Palazzo Chigi alla sinistra. «Loro – dice anzi Bossi – vogliono farlo cadere, ma la sinistra al Governo non ci andrà mai». Pronta la risposta di Berlusconi che assicura, in collegamento telefonico con un’iniziativa politica in sostegno del candidato sindaco a San Benedetto del Tronto, che «la maggioranza è solida e coesa» e che il Governo «completerà la legislatura».

Berlusconi invece, raccontano i retroscena dei giornali, come quello di Marco Galluzzo sul Corriere della Sera, sembra abbia fatto atto di pentimento. «Con Umberto ho sbagliato, ho commesso un errore, avrei dovuto avvertirlo prima…».

«Non mi avete capito, forse vi risulta incomprensibile quello che faccio, ma io non ho imparato a fare politica, non imparerò mai e non voglio imparare!». Alla cena organizzata dalla deputata del Pdl Melania Rizzoli il capo del governo ha offerto un’immagine di sé spensierata: «Con Bossi ci conosciamo da 20 anni, il governo non è affatto in pericolo, ma figuriamoci, non scherziamo con le cose serie, c’è qualcuno che si è montato la testa, ma non è Umberto».

Berlusconi nega di essersi inginocchiato alla Francia e Berlusconi commenta che per lui il premier è rimasto un pò scombussolato» dalle richieste di Nicolas Sarkozy. Tante, forse troppe richieste: dalla Libia a Parmalat fino a Edison, tanto per citare i capitoli principali indicati in sofferenza dalla Lega in questi giorni. «’L’Italia non si è inginocchiata davanti alla Francia» è la controreplica (sempre indiretta) del premier che rivendica anzi una diversa verità: «È esattamente il contrario», dice e porta come prova i dati della «bilancia commerciale che è in attivo per noi».

Poi il leader deBossi incardina a protezione dell’amico Tremonti, vittima – come lamentato dallo stesso superministro dell’Economia – del fuoco amico del Pdl. «E meno male che Giulio c’è», dice Bossi parafrasando il ritornello di uno degli inni di Forza Italia. Meno male, aggiunge non senza una punta di ironia, «perchè altrimenti Berlusconi spenderebbe tutto». Che i conti preoccupino la Lega, Bossi non ne fa un mistero. Anche e soprattutto quando questo timore può essere messo in relazione con l’intervento in Libia: «Io sono contrario ai bombardamenti – ribadisce – perchè se butti bombe e missili gli immigrati aumentano e questo non va bene perchè costa troppo. Non vorrei che, quando è finita, ci dovesse toccare anche pagare i danni di guerra». Da qui la speranza che «Berlusconi cambi idea» e che si possa «trovare la quadra» con lui.