Il poliziotto buono e quello cattivo: Berlusconi vittima, Bossi il vendicatore

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Berlusconi e Bossi

Il poliziotto buono e quello cattivo? O, se volete, Berlusconi e Bossi ci sono o ci fanno quando si mostrano di umori e maniera diverse e contrarie rispetto alle elezioni anticipate? L’ultimo bollettino ufficiale-ufficioso, ma ne vengono emessi almeno un paio al giorno dal Pdl e dalla Lega, segnala: Umberto Bossi per la crisi di governo, lo scioglimento delle Camere e alle urne il prima possibile. Silvio Berlusconi invece per continuare con il governo, la legislatura e a caccia di una ventina almeno di deputati che si aggiungano nel voto a quelli appunto del Pdl e della Lega. Voti che “sterilizzerebbero” la trentina di voti dei finiani, voti che servirebbero a dimostrare che la maggioranza c’è anche senza Fini e i suoi, voti che libererebbero Berlusconi dall’intollerabile afstidio, umano e politico, di dover discutere con Fini e i suoi la concreta azione di governo.

Non mancano le interpretazioni, più o meno autorevoli e ragionate, delle secche righe dei “Bollettini”. Bossi vuole elezioni perchè può rivincerle insieme a Berlusconi. Alla Camera come al Senato. E tutto continua come prima, meglio di prima, con Fini “fuori dalle balle”, Casini tenuto a cuccia, cuccia lontana e la sinistra di nuovo umiliata. Oppure le elezioni si “pareggiano”: Lega e Pdl non hanno di nuovo la maggioranza in entrambe le Camere. In questo caso chi ci rimette è Berlusconi che perde l’automatismo che lo fa capo del governo oggi e domani forse presidente della Repubblica. Si fa un altro governo, magari con a capo Tremonti. Tesi questa che piace molto ai giornali e ai commentatori politici. Che però ignorano, chissà perché, il terzo caso: Bossi vuole comunque le elezioni perchè, anche se “pareggiate” sul campo di gioco dell’intero paese, la Lega le vince al Nord. E questo riapre eccome la dinamica di una secessione di fatto. Nell’ottica leghista ottimo risultato e grande obiettivo.

Berlusconi “frenante” sulle elezioni viene spiegato e raccontato così: la sua sensibilità, il suo infallibile “istinto” elettorale gli dice che non è il momento, non è il caso, insomma che il suo Pdl potrebbe andare male, al Nord come al Sud, restare inchiodato al 30 per cento e forse anche qualcosa meno. Ma non ci sono i sondaggi che dicono il contrario, quelli sventolati dallo stesso Berlusconi? Quelli che “spiegavano” perchè aveva “cacciato” Fini senza pensarci troppo? I più raffinati raccontano di un Berlusconi animato da preoccupazioni più raffinate: i mercati finanziari che non si fidano di un paese che vota ogni due anni, il Pil 2010/2011 che non si schioda dall’un per cento scarso di crescita, il mezzo milione di senza lavoro, il mezzo milione in cassa integrazione…Sarà, ma sarebbe un Berlusconi nuovo di zecca, dal 1994 il Berlusconi di lotta e di “cabina elettorale” non ha mai ragionato così, l’istinto gli ha sempre detto di rischiare il “giudizio di popolo”. Infine l’ultima tesi, aggiuntiva e non esaustiva: Berlusconi non si fida del Quirinale. Teme il presidente della Repubblica possa lavorare a piazzargli un governo di transizione al posto del suo, che fa una nuova legge elettorale e, soprattutto, lo mette tra quelli che hanno dovuto passare la mano, insomma gli sconfitti. Berlusconi insomma più o meno nel panico per quelle che Brunetta chiama addirittura “le forze oscure”. Ma Berlusconi non è così emotivo, anzi così fesso: i margini per un governo di transizione sono minimi, la maggioranza che lo sosterrebbe impropabile, dovrebbe andare da Vendola a Fini. E poi un governo così sarebbe il miglior suicidio elettorale per chi lo andrebbe a comporre: qualunque legge elettorale varasse, ammesso ne fosse capace essendo tutti discordi in materia, sarebbe il governo “usurpatore”, nato per “sovvertire il voto del 2008”. Sarebbe quel governo la migliore, vincente e trionfante piattaforma elettorale perchè Berlusconi rivinca alla grande appena si rivota.

E allora, a parziale dispetto dei “Bollettini”, il pensiero è che “ci fanno” più che “ci sono”. L’immagine del poliziotto buono e di quello cattivo che lavorano in coppia è quella su cui vale giocarsi una scommessa. Berlusconi ha bisogno di un “incidente” per andare al voto, incidente di cui lui non deve essere il responsabile. Bossi ha politicamente il “fisico del ruolo” per creare le condizioni perché l’incidente si produca. Il poliziotto buono e quello cattivo, se Berlusconi e Bossi sono questo, chi stanno mettendo in mezzo, sotto torchio perchè ceda? Ci hanno provato con Fini. Fini finora è sfuggito, non ha “cantato”. Ci stanno provando con Napolitano: quella continua, pressante e al tempo stesso fantasma richiesta del “grande incontro”. Stanno facendo le prove con l’elettorato, è questo in definitiva quello da mettere in mezzo. Convincerlo che Berlusconi è una vittima e che Bossi è il vendicatore. In fondo è il film che hanno sempre interpretato e venduto con successo. Ha un solo difetto che al tempo stesso è una virtù: è un “remake”.

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