Berlusconi fa campagna acquisti, a caccia di voti alla Camera: ne ha 305 su 316

Pubblicato il 18 Novembre 2010 - 09:03 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

In Transatlantico Silvio Berlusconi ha aperto la campagna acquisti: il Pdl conta solo 305 tra deputati e ministri e quindi ne mancano undici per arrivare alla fatidica quota 316. Il 29 settembre, al voto di fiducia sui 5 punti, il governo riuscì ad aggiudicarsi 342 voti, ma ora deve fare i conti con i fuggitivi di Fli e Mpa.

Ma se il giorno del giudizio alla Camera, il 14 dicembre, quelli contrari alla sfiducia restassero a casa al premier potrebbero bastare anche 4 o 5 voti. Quindi caccia tra i finiani scontenti e si lavora anche su due dell’Udc e uno dell’Idv.

Il problema però è che la fuga dal Pdl potrebbe creare altri pasticci: il siciliano Dore Misuraca sembra pronto a passare infatti all’Udc. E ci sono altri nomi che non hanno intenzione di restare vicini a Casini: Alberto Compagnon e Angelo Cera. Enrico Musso rimane nel gruppo misto dopo aver lasciato il Pdl.

La fiducia però va blindata e i berlusconiani ci stanno provando. La consigliera del Cavaliere Daniela Santanchè è ottimista: «L’aria è cambiata e anche Fini se n’è accorto. Bisogna salvare il governo per il bene del Paese e tanti lo hanno capito.  Calearo ministro? E perché no? Nessuno dei posti rimasti liberi nell’esecutivo verrà dato al Pdl. Li useremo per convincere finiani, centristi o esponenti del misto. Il governissimo è morto e Fini sa che metà del suo gruppo non voterà la sfiducia».

E c’è un gruppo di finiani “sofferenti” nel mirino. Sono guidati da Giuseppe Consolo che ha parlato con un «nutrito gruppo»: «Moffa, Paglia, Menia, Polidori, Patarino, Ronchi, Lamorte, Proietti, Conte devono decidere cosa fare. E non so se noi come Fli presenteremo la sfiducia, perché c’è il rischio che tanti votino diversamente».  Poi sono circolate voci di un’offerta per un posto da viceministro per Catia Polidori, ma lei smentisce: «Berlusconi mi rispetta troppo per pensare di acquistarmi». Come scriveva Amedeo La Mattina sulla ‘Stampa’, un deputato finiano ha confidato che gli sarebbero stati offerti 500 mila euro per “tradire” Fini.

Luca Bellotti sta dall’altra parte, ha detto che resta «con Fini senza se e senza ma». Donato Lamorte è incerto: «Non si è ancora deciso nulla. Io non vendo il mio passato per una manciata di denari. Quel che decide Fini, io farò». Gianpiero Catone aspetterà Fini: «Aprire una crisi al buio in un contesto economico disastroso è da irresponsabili. Nel gruppo di Fli c’è dibattito, la mozione di sfiducia non soddisfa tutti».

Intanto, scrivono Monica Guerzoni e Dino Martirano sul Corriere della Sera, il leader dei futuristi Gianfranco Fini ha avviato le sue contromosse e ha parlato con Gianfranco Paglia e poi con Gianpiero Massidda (Pdl), che aveva detto di avere la testa con Fini,  ma il cuore con Berlusconi.  Aurelio Misiti (Mpa) ha confermato che Latteri, Commercio, Lo Monte e Angelo Lombardo «voteranno la sfiducia al governo».  La Malfa, invece, non voterà la fiducia e il segretario Nucara potrebbe proporne l’espulsione alla direzione del Pri.