Berlusconi candidato dimezzato nelle preferenze. Il danno e la beffa

Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

ROMA -Il danno c’è di sicuro, anche la “beffa”.  “Se  prendo meno di 53 mila di preferenze la sinistra mi fa il funerale”, aveva parlato più o meno così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Invitando gli elettori a evitargli il fastidio, l’oltraggio e a far ingoiare alla sinistra l’incauto e malaugurante proposito. A schede elettorali scrutinate, nessun “funerale” politico per Berlusconi, per carità. Però la “beffa”, lo scorno personale, questi sì si è verificato: Berlusconi candidato alla fine è risultato più che dimezzato. Ventimila preferenze, quando l’altra volta ne aveva raccolte appunto 53 mila.

Con la “moderata” Letizia Moratti che non ce l’ha fatta al primo turno contro l'”estremista” Giuliano Pisapia, Berlusconi qualche conto in tasca è costretto a farselo. Non domina più come una volta, questo i numeri lo dicono piuttosto chiaro. Adesso il rischio è che la sinistra nella sua amata Milano lo metta seriamente in difficoltà proprio nella sua roccaforte.

I 20 mila voti di preferenza rappresentatno un risultato mortificante. Niente più record quindi e sarebbero allora solo bei tempi, passati, quelli dell’exploit conseguito dal presidente del Consiglio come capolista di Forza Italia per il Consiglio Comunale nel 2006. Il danno quindi e anche la “beffa”. Uno schiaffo politico e un graffio all’orgoglio personale: tutti possono immaginare quale dei due faccia più male al Presidente.

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