ROMA –Berlusconi ci ripensa? “Sentiamo Letta, poi decidiamo”. “Vediamo che succede… Sentiamo il discorso di Letta e poi decidiamo”: si è presentato così Berlusconi all’ingresso di Palazzo il giorno della resa dei conti. In ritardo, come l’inedito competitor Angelino Alfano. Seduto in terza fila nei banchi del Pdl, una fila sotto al seggio occupato da Domenico Scilipoti, Berlusconi medita la prossima mossa: ancora stanotte il pendolo della crisi oscillava dalla parte della fine delle larghe intese, della clamorosa spaccatura in seno al Pdl.
Voci informate fuorisucite dalla riunione dei senatori del Pdl seguita al discorso di Letta confermano un atteggiamento più conciliante di Berlusconi: “Prendiamo una decisione comune per non deludere il nostro popolo”, avrebbe affermato il Cavaliere, mai come oggi incerto per una spaccatura che infrange la graniticità della sua leadership e per un impasse che non gli consente di tornare agevolmente sui suoi passi. Tanto più, se contano i dettagli simbolici, la riunione si svolge nella stessa sala dove di deciderà la sua decadenza. Dovesse ripensarci, lo farà prendendo personalmente la parola al Senato, informa in presa diretta l’Ansa.
In effetti, nonostante la soddisfazione a sinistra per le lacerazioni degli avversari/alleati del Pdl, circolava ieri e circola a maggior ragione stamattina, la preoccupazione per una mossa che getterebbe il Pd nel panico: tutto il centrodestra, Berlusconi compreso, vota compatto la fiducia. Accennava all’ipotesi stamattina sul Corriere della Sera Maria Teresa Meli.
Sarebbe un “pastrocchio difficile da gestire per noi”, ammetteva ieri Paolo Gentiloni. “Noi una cosa del genere non riusciamo mica a gestirla con il nostro elettorato”, metteva le mani avanti Gianni Cuperlo, sfidante di Renzi alle primarie. Lo stesso Renzi è avvertito del pericolo: come facciamo a rimetterci a governare come se nulla fosse “con un signore che fino a un’ora prima abbiamo accusato di essere un eversore? Ma chi ci capirebbe mai?”