Berlusconi: “Che compleanno di merda”. Con la torta rancida delle elezioni

“Un compleanno di merda”, con la torta rancida delle elezioni. Mercoledì 29 settembre Silivio Berlusconi di anni ne compiva 74 e sua è stata la definizione del compleanno che stava vivendo. Sua e neanche mormorata a mezza bocca, l’ha voluto battezzare così quasi in pubblico, parlando con un deputato “nemico”, Donadi dell’Idv. “Una cosa me la riconoscerai-gli ha detto-sto passando un compleanno di merda”. Frase di cuore e di testa, frase di premier, voluta più che sfuggita e per nulla smentita. Perchè così brutto questo compleanno?

Perchè, anche se il giorno dopo il premier è andato in Senato a raccontare la versione diplomatica di ciò che accade: “Siamo più forti…”, Silvio Berlusconi sa ed ha visto, nel giorno del suo compleanno appunto, che la grande festa politica, la sua festa politica, è finita. La grande armata partita sotto le sue insegne e nel suo nome dopo le elezioni del 2008, un centinaio di deputati di maggioranza alla Camera, poco più di due anni dopo è un arcipelago di flotte e flottiglie, ciascuna con una sua rotta. La flotta del Pdl che forse vuole continuare a navigare nel mare di questa legislatura e forse no, anzi, quel che è peggio, vorrebbe fare le due cose insieme. La flotta della Lega che per ora va dietro, segue. Ma si prepara a virare verso elezioni anticipate. La flottiglia di Fini e perfino quella di Lombardo che contrattano e impacciano ogni manovra. Il capolavoro elettoral-governativo del 2008 si è trasformato in una maggioranza variabile da ricercare ad ogni legge, il vento nelle vele è caduto. E anche il grande obiettivo di diventare presidente della Repubblica nel 2o13 così somiglia più a un miraggio che ad un avvistamento. Dalla navi delle grande armata nessuno più grida: “Terra, terra!”.

Compleanno di schifo perchè quell’uomo che lui più non sopporta gli fa lo sgarbo di annunciare che si fa il suo partito. E sarebbe niente, se non fosse che Berlusconi se vuole governare con questo partito deve trattare. Fini non è stato distrutto nè cancellato, Fini c’è ancora e non “lotta” insieme a lui. Di schifo perchè ancora una volta Verdini e La Russa gli hanno venduto chiacchiere, chiacchiere e non numeri. Gli avevano detto che alla Camera si arrivava a 316 senza i finiani e quelli di Lombardo. E invece alla fine hanno fatto flop come Nucara: a quota 316 mancano una decina di voti. Non bastasse, è nato pure in nuovo partitino al calore dell’incubatrice Pdl: ci sono dentro quelli di Noi Sud e quelli della scissione Udc e quelli che hanno lasciato l’Api. Un nuovo partito nella maggioranza, il quinto. Vorranno qualcosa, anche loro.

Compleanno di schifo perchè inchiodato a una sedia, sia pure una sedia di premier a Montecitorio. A dover sentire Di Pietro che insulta e lo chiama “stupratore di democrazia”. Uno schifo, ma Di Pietro è un provocatore. Fa arrabbiare ma poi si passa oltre. Ma poi doversi sentir dire da Bersani: “Dici sempre che se qualcosa non va è colpa degli altri, i giudizi, l’opposizione, i rom, i governi di prima. Ma quanto vuoi governare per assumerti una responsabilità, ottanta anni?”. Dà fastidio questo dover ascoltare questo Bersani. E sotto l’occhio delle tv sorbirsi Casini che lo coglie in castagna sulla eterna autostrada Salerno-Reggio Calabria, e sentire quel “parvenu” di Bocchino che elenca le condizioni…Mortificante, deprimente un compleanno così.

Soprattutto per la torta che arriva in tavola: le elezioni anticipate a marzo/aprile 2011. Troppo presto perchè l’umore che ha registrato nei “focus” (“ho passato la notte a leggerli”) possa cambiare. L’elettorato, soprattutto quello Pdl, è nervoso e incerto. Cova astensione e sette mesi di governo zoppo non cambieranno l’aria che si respira. E troppo tardi marzo/aprile per non subire ulteriore logoramento. La Lega va alle elezioni in una situazione “win-win” per dirla all’inglese. Bossi vince se vince con Berlusconi. Ma vince anche se tutto si impantana in un pareggio, in un’Italia ingovernabile e ingovernata, lui, Bossi, allora ritira fuori la “padania” e si sgancia, più che può. L’opposizione va alle elezioni divisa in quattro, almeno quattro diverse idee sul che fare e cosa proporre. Vendola cui basta partecipare alla grande, magari vincere le primarie e perderle le elezioni, in questo crogiuolo si fonde finalmente la nuova sinistra. Di Pietro che si difende da Grillo e prova a incidere nella carne viva del Pd. Casini che lavora al Terzo Polo. Il Pd che fa un passo avanti e due indietro sul riformismo e relative alleanze. E allora perchè questo sapore rancido nella torta elezioni di cui sempre Berlusconi è stato un grande chef? Perchè elezioni così Berlusconi le può certo vincere. Ma anche pareggiare e perfino perdere. Per la prima volta il pronostico è una “tripla”. Uno schifo. Uno schifo di compleanno, un compleanno di schifo. Anzi due: non solo quello di Berlusconi il 29 settembre 2010, ma anche il 150° dell’Italia nel 2011. Potrebbe essere l’anno delle elezioni in cui perdono tutti.

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