Berlusconi contro tutti alla festa del Pdl. Promette: “Non più tasse. Visco voleva uno stato di polizia tributaria”

Se qualcuno aveva bisogno di una conferma della capacità funambolica di Silvio Berlusconi, il discorso di Milano, alla festa del Pdl, è stata la più recente prova di come sappia rigirare la frittata.

Il più bell’esempio viene dalle parole che stanno dietro la sigla Pdl. Non sono “Partito della libertà”, ma “Popolo della libertà” e questo non per una scelta politica, ma per una imposizione legale: infatti Partito della libertà è un marchio registrato della Federazione dei liberali e ci sono in piedi anche cause milionarie.  Ecco invece come la gira Berlusconi: «Noi non siamo un partito, ma un popolo. Noi abbiamo fatto la cosa straordinaria di metter insieme i moderati,  gli uomini di buon senso e di buona volontà che credono nella libertà e vogliono restare liberi».  E poi ancora: «Non vogliamo essere un partito o una parte di qualcosa  ma un intero popolo di italiani che crede nella religione della libertà».

Andando poi a ruota libera su una serie affastellata di argomenti, Berlusconi ha parlato anche della differenza tra la libertà del centrodestra e quella del centrosinistra e ha garantito che non ci sarà mai, fino a quando al governo ci sarà il centrodestra, «uno Stato di polizia tributaria come voleva Visco». Dopo avere nominato uno dei ministri più invisi agli italiani nel governo Prodi, che è costato alla sinistra parecchi voti, Berlusconi ha fatto il grande: «Fino a quando saremo qui, e dato che saremo qui per sempre questo Stato non lo permetteremo mai».

Ancora in materia fiscale: «Un piccolo avvertimento ai signori che non ci votano: la sinistra ha un programma ben preciso. Vuole farci perdere libertà nelle nostre operazioni di spesa, rimettere l’Ici, aumentare la tassa sulle rendite finanziarie, diminuire il debito pubblico che ha creato introducendo un’imposta patrimoniale progressiva. Fin quando saremo maggioranza del Paese questo non potrà succedere».

Ha poi toccato il rapporto con la Lega: «Con la Lega abbiamo un’amicizia ed un affetto ed una maggioranza che nessuno riuscirà ad allentare»; e poi i recenti dissapori ai vertici del partito, in particolare tra lui e Fini: «Non c’è stato alcun litigio. Si confrontano solo le posizioni. Non ascoltate ciò che dicono le gazzette della sinistra, i giornali e le televisioni. Il nostro è un grande partito della libertà. Lo era Forza Italia e mi accusavano che fosse un partito anarchico perché ognuno poteva dire ciò che voleva. Ci sono diversità  ma queste sono una ricchezza. Si discute e poi si vota e quel voto deve essere rispettato da tutti ma se si tratta di temi etici sarà lasciata libertà di coscienza a tutti».

Poi via all’attacco degli avversari: «Questa sinistra non è cambiata. Uomini, sedi, mentalità, cultura, comportamenti e lotta politica sono gli stessi. Non sono cambiati. Ascoltateli parlare, guardate i loro Tg pagati da tutti noi, dai soldi dello Stato. Leggete i loro giornali e le loro dichiarazioni: non credono più in niente e vorrebbero trasformare il paese in una piazza urlante che condanna, quando in passato sono stati adoratori di tiranni sanguinari come Stalin, Mao e Pol Pot».

L'ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco. Secondo Berlusconi, voleva trasformare l'Italia "in uno stato di polizia tributaria"
L'ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco. Secondo Berlusconi, voleva trasformare l'Italia "in uno stato di polizia tributaria"

Sul suo uso della televisione, di cui possiede tre delle più seguite stazioni, che assieme fanno il 45% dell’audience (essendo l’altro 45% appannaggio della Rai): «Se io vado a parlare in una tv è uno scandalo, se vado in una seconda televisione divento un dittatore, se vado in una terza siamo al regime e in una quarta siamo ad un atto delinquenziale. Invece Barack Obama è andato in cinque diverse televisioni a spiegare la sua riforma sanitaria e ha fatto bene, perché i leader devono prima di tutto informare i cittadini».

Sul dibattito in corso tra alcuni politici su quanti anni debbano passare prima che un immigrante possa avere il diritto di voto alle amministrative: «La sinistra vuole spalancare le frontiere a tutti. Non lo fa per spirito caritatevole ma perché ha una strategia: dare il diritto di voto a tutti sperando che la votino».

Ma, ha concluso, «non riusciranno a cambiare la maggioranza dei moderati, quella maggioranza che ha fatto la storia della Repubblica».

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