Berlusconi, creazione del mito, giorno tre

berlusconiCreazione del mito, giorno numero tre. Il martire Silvio Berlusconi si è svegliato molto presto martedì mattina, alle 6,30, nella sua stanza al settimo piano dell’ ospedale San Raffaele di Milano, dove ha passato la sua seconda notte di ricovero dopo l’aggressione subita domenica in Piazza Duomo.

Anche questa volta, esattamente come lunedì, la  prima richiesta di Berlusconi è stata quella di leggere i giornali. Uomo di Tv, Berlusconi conosce l’importanza dei quotidiani della formazione dell’opinione pubblica e sa quanto siano fondamentali nel processo di beatificazione, corpore vivo, avviato dal matto di domenica sera, i giornali che sedimentano i concetti nell’opinione pubblica. Tutti i quotidiani italiani lunedì erano puntati sul gesto di Massimo Tartaglia, martedì domina Napolitano, con il suo appello alla non violenza. Unica nota stonata le testate in lingua inglese del suo arcirivale Rupert Murdoch.

L’austero Wall Street Journal ha scritto di un pugno sul naso, la tv Fox è scesa ancor più in basso, parlando, in audio, di “sucker blow” (termine spregiativo per dire il pugno di un fessacchiotto) e sul suo sito riducendo il referto a un dismissivo bilancio di un naso rotto e due denti saltati.

Silvio Berlusconi, riferiscono le cronache, ha trascorso la notte meglio di quella precedente. Il sonno è stato tranquillo anche se si è addormentato molto tardi, intorno all’una e mezza: ma questi orari ridotti di sonno sono ormai noti agli italiani, grazie alle indiscrezioni di Patrizia D’Addario. Anzi, per quelli addentro alle segrete cose, cinque ore di sono sono quasi il doppio delle consuete tre: c’è chi giura che Berlusconi uscirà dall’ospedale più bello, più sano e più forte di prima. Sono previste, nella giornata di martedì, altre visite mediche. Tutte le più moderne terapie saranno impiegate.

Intanto la creazione del mito usa in modo totale la tv, con lo strumento mesmerizzante delle dirette in primo piano. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, in collegamento telefonico da Milano con il Tg1, ha informato gli italiani sulle condizioni di salute del presidente.

Ad una domanda sui rischi che Berlusconi corre stando a contatto con la folla, Bonaiuti ha spiegato che sarà una «lotta titanica cercare di tenerlo lontano dalla gente, perché è uno della gente e si trova bene in mezzo alla gente: è la chiave del suo successo personale e del suo carisma. Se gli si toglie questo contatto umano siamo di fronte all’ impossibilità di avere il Berlusconi leone combattente che è sempre stato».

Reiterazione del concetto: «Sarà quindi una lotta titanica tra chi cercherà di dirgli ‘attento, prudenza, e lui che invece cercherà sempre di parlare con tutti e di dare attenzione a tutti».

Alla domanda se il presidente ha ripreso a lavorare, Bonaiuti ha risposto:  «Anche questo è un problema perché tenere lontano dal lavoro Berlusconi è un qualcosa di estremamente difficoltoso, è come quando arrivano le visite e si cerca di limitarle: lui vorrebbe vedere tutti e salutare tutti. Con il lavoro è uguale: lui ha vissuto tutta la vita lavorando, è un lavoratore nato, quindi togliergli la possibilità di lavorare- conclude – significa togliergli qualche cosa che gli sta molto a cuore».

Alla creazione del mito deve contribuire anche l’entusiasmo popolare, sotto lo sguardo benevolo di forze dell’ordine, ovviamente ora numerose, e delle telecamere. Numerosi sono i cartelli e gli striscioni che, all’esterno dell’ospedale, esprimono solidarietà a Berlusconi. Sui cancelli dell’ingresso principale del San Raffaele è stato appeso un grande striscione con scritto: “Forza presidente”, firmato dalla Curva sud Milano.

Un altro cartello porta la scritta: “La mia famiglia crede in te, presidente non darla vinta a quei balordi”.

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