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Berlusconi via da Roma con Marina. Sit Pdl a via del Plebiscito domenica: torna?

di Marco Benedetto |3 Agosto 2013 17:58

Berlusconi e Marina: nuova royal couple

ROMA – Mentre Berlusconi lascia Roma, con lui la figlia Marina, come informa l’agenzia Ansa, i suoi fedeli a Roma provano combattere per lui.

La notizia Ansa è delle 10,58 del 3 agosto:

Silvio Berlusconi ha appena lasciato la sua residenza romana, Palazzo Grazioli. Con lui la figlia Marina”.

Poche ore prima, sul Giornale di famiglia distribuito in edicola ancora al prezzo di 1,20 euro, si leggeva la ricostruzione dei “retroscena” redatta da Adalberto Signore, sotto il titolo:

“Berlusconi: subito al voto Domani tutti al Quirinale. L’ex premier pensa a Marina come erede. Con lei resterebbe nel simbolo la scritta «Berlusconi presidente». Il suo unico cruccio: finirebbe nel mirino dei pm di Milano”.

Si tratta di un documento illuminante, perché, siano più o meno esatti nei dettagli i fatti riferiti, certo la cronaca di Adalberto Signore non è frutto di fantasie disancorate dalla realtà:

“Con quasi due ore di ritardo rispetto alla con­vocazione delle 17, Sil­vio Berlusconi si è presentato a Montecitorio per parlare ai gruppi parlamentari congiun­ti di Camera e Senato. La si­tuazione è esplosiva. L’unica ragione per cui Berlusconi, per quanto netto e tran­chant nei suoi affondi, evita accuratamente di usare toni tanto incendiari da far irrimediabil­mente saltare il banco è la speranza di un intervento diretto di Giorgio Napolitano . Se davvero c’è qualche speran­za che dal Quirinale possa arrivare un provvedimento di grazia, sarebbe stupido farla sfumare, benché Berlusconi non sembri cre­derci affatto”.

Per Berlusconi, riferisce sempre Adalberto Signore, la prima opzione è il voto antici­pato e questo

 “non lo nasconde a nessu­no. Anzi, Berlusconi ne è così convinto che a Palazzo Grazioli si discute per tutto il giorno se organizzare una mobilitazione di piazza per domenica a Roma, una sorta di apertura di fatto della cam­pagna elettorale”.

La manifestazione del Pdl di terrà in via del Plebiscito dove si trova la residenza romana di Silvio Berlusconi. Il programma al momento prevede solo via del Plebiscito senza altre ‘tappe’ come ad esempio il Quirinale. In un comunicato del coordinamento nazionale del Pdl si legge:

“Da tutta l’Italia ci giungono notizie di iniziative spontanee e di una vera e propria mobilitazione diffusa a sostegno di Silvio Berlusconi. Per far confluire tutte queste iniziative in un’unica direzione, invitiamo tutti coloro che vogliano manifestare subito la propria vicinanza al Presidente Berlusconi a stare con noi e con lui, domani alle 18.00, a Roma, a via del Plebiscito. Sarà l’occasione per stringerci intorno al nostro leader, e per confermare insieme a lui la grande forza e la grande determinazione di un popolo che non sa odiare, e che crede davvero nella libertà e nella democrazia”.

Non si precisa se Berlusconi rientrerà a Roma in tempo per essere con i suoi fans.

Proseguiamo con la cronaca di Adalberto Signore:

 «Elezioni al più pre­sto – è il ragionamento fatto in alcune delle riunioni della gior­nata- e, se necessario, con Ma­rina in prima linea».

“Sarebbe proprio Marina Berlusconi, la figlia pri­mogenita­ a raccogliere il testimo­ne ne­l caso in cui Silvio Berlusconi fosse in­candidabile. Per due ragioni: perché è l’unica di cui davvero si fida fino in fondo e perché questo consentirebbe di man­tenere sulla scheda elettorale la dicitura «Berlusconi presi­dente ».

“Chi ha occasione di vedere Berlusconi lo racconta piutto­sto reattivo, decisamente più tonico di giovedì sera. Certa­mente nell’incontro con i depu­tati e i senatori è lui il più lucido di tutti, con alcuni ministri che arrivano a commuoversi e altri che non fanno che parla­re al passato qua­si si trattasse di un commiato.

“Berlusconi no. Non ci pensa proprio. E- almeno al momen­to- ha in testa lo schema del­le elezioni anticipate. Ecco perché i 97 deputati e i 91 sena­tori del Pdl rimettono il loro mandato nelle mani dei capi­gruppo di Camera e Senato Re­nato Brunetta e Renato Schifa­ni. Perché è quello il primo pas­so per aprire una crisi e, in qual­che modo, anestetizzare l’eventuale contromossa di Na­politano che a quel punto non potrebbe più dimettersi come aveva fatto trapelare alcuni me­si fa. Le dimissioni di quasi 200 parlamentari, infatti, sarebbe­ro un gesto politico senza pre­cedenti, un vulnus , ed è diffici­le ipotizzare che un nuovo pre­sidente”della Repubblica pos­sa essere votato in una simile si­tuazione”.

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