Berlusconi vs De Benedetti, Fininvest vs Cir: la sentenza definitiva sul Lodo Mondadori

Berlusconi vs De Benedetti, Fininvest vs Cir: la sentenza definitiva sul Lodo Mondadori
Berlusconi vs De Benedetti, Fininvest vs Cir: la sentenza definitiva sul Lodo Mondadori (LaPresse)

ROMA – Ecco il testo definitivo della sentenza sul “Lodo Mondadori col quale la Cassazione ha detto l’ultima parola sulla “Guerra di Segrate“, iniziata nel 1989 fra la Fininvest di Silvio Berlusconi e la Cir di Carlo De Benedetti, e che aveva come oggetto del contendere il controllo del gruppo Mondadori e dei quotidiani e periodici ad esso collegati.

Clicca, scarica e leggi  il testo integrale in pdf della sentenza 1255 del 2013 della Cassazione, definitiva sul Lodo Mondadori.

Una sentenza di 185 pagine in cui la Cassazione condanna la Fininvest a risarcire la Cir con 500 milioni di euro. In primo grado il risarcimento era stato fissato in 750 milioni di euro, poi ridotto in appello a 564,5 milioni.

La Fininvest era ricorsa in Cassazione, ma il suo ricorso è stato respinto:

“La corte accoglie il tredicesimo motivo di ricorso (della Fininvest, Ndr) e rigetta i restanti motivi. In conseguenza dell’accoglimento del tredicesimo motivo, cassa senza rinvio il capo della sentenza di appello contenente la liquidazione del danno in via equitativa, come stimata nella misura del 15% del danno patrimoniale già liquidato. Conferma nel resto l’impugnata sentenza”.

Ma la cifra del risarcimento si ridurrà a 500 milioni di euro, perché la Cassazione ha stabilito che, dalla cifra di 564,2 milioni che la Cir aveva incassato dopo la sentenza d’appello, congelandoli in un fondo, vanno sottratti e restituiti 46 miliardi di vecchie lire, ovvero 23 milioni di euro che, calcolati interessi e rivalutazioni, potrebbero lievitare a 70 milioni di euro. Quindi 564,2 milioni di risarcimento deciso in appello meno 70 milioni “scontati” dalla Cassazione fanno un conto di poco meno di mezzo miliardo di euro, per Berlusconi.

A favore della Cir, la Cassazione ha anche liquidato 900.200 euro per le spese del giudizio innanzi alla Suprema Corte. E la cifra poteva essere pari al doppio se la Suprema Corte non avesse deciso di dimezzarle per

“la complessità e la novità delle questioni trattate (che emergono anche dalla operata correzione della motivazione della sentenza di appello) e l’accoglimento di uno dei 15 motivi di ricorso” della Fininvest. Queste le ragioni che hanno indotto il collegio a disporre “la compensazione per la metà” delle spese del giudizio liquidando a Cir “la somma di euro 900.200”.

Il verdetto è firmato dal presidente del collegio della Terza sezione civile, Francesco Trifone, e dal consigliere Giacomo Travaglino. L’udienza si era svolta lo scorso 27 giugno.

La corruzione da parte della Fininvest del giudice romano Vittorio Metta, nella vicenda del Lodo Mondadori, ha privato la Cir di Carlo De Benedetti “non tanto della chance di una sentenza favorevole, ma, senz’altro, della sentenza favorevole, nel senso che, con Metta non corrotto, l’impugnazione del Lodo sarebbe stata respinta”.

La Cassazione ha aggiunto che questa tesi, già espressa nella sentenza di appello, “risulta conforme a diritto“. Nelle motivazioni sul Lodo “ad integrazione” del verdetto di secondo grado si sottolinea che

La prova dell’ingiustizia ‘ex corrupto’ della sentenza Metta non può non trarre un suo primo fondamento da una ‘praesumptio facti’ secondo la quale la corruzione di un giudice finalizzata all’emanazione di una sentenza favorevole al corruttore postula che un giudice non corrotto avrebbe pronunciato una sentenza (non corrotta) di segno opposto a quella emanata”.

Quanto al ruolo di Cesare Previti

È “corretta”, ad avviso della Cassazione, la “conclusione in diritto” cui è arrivata la corte d’appello”, alla luce della quale “l’avvocato Previti doveva ritenersi organicamente inserito nella struttura aziendale” della Fininvest “e non occasionalmente investito di incarichi legali conseguenti alle incombenze demandategli”. Tra queste rientravano “anche l’attività di corruzione di alcuni magistrati, allo scopo di conseguire illeciti vantaggi” per la Fininvest.

Questi alcuni dei passaggi che la Suprema Corte nel suo verdetto sul Lodo dedica nel ‘capitolo’ sulla “responsabilità di Fininvest per l’illecito di Previti ex art. 2049 Cc“. In proposito, i supremi giudici bocciano come inconferente la tesi della difesa Fininvest sulla “pretesa impredicabilità del necessario rischio tipico connaturato al conferimento di incarichi legali, con riferimento all’attività di corruzione”, in quanto – prosegue il verdetto della terza sezione civile – “ben altro” è risultato “il rischio tipico cui volontariamente e consapevolmente” Previti “si era andato esponendo nello svolgere tale illecita attività, nell’evidente e non dubitabile interesse della Fininvest”.

Secondo la Cassazione, Fininvest e Berlusconi sono colpevoli di corruzione, anche per il leader pdl se la vicenda penale legata al lodo Mondadori è conclusa:

“La valutazione complessiva” degli “elementi ed argomenti di prova, condotta ai soli fini civilistici, di ricondurre alla società Fininvest la responsabilità del fatto corruttivo imputabile anche al dott. Berlusconi”, risulta “correttamente motivata”. Lo scrive la Cassazione nella sentenza sul Lodo. La Suprema Corte sottolinea inoltre che la vicenda penale del Lodo Mondadori si è ormai “irrevocabilmente” conclusa per Silvio Berlusconi, che è stato prosciolto per prescrizione.

La condotta di Fininvest “non si è dipanata soltanto lungo il sentiero dell’inganno avente ad oggetto gli elementi strutturali della transazione, ma si è soprattutto attestata sulla soglia della corruzione del giudice Metta al fine di ottenere una sentenza ingiustamente favorevole ai propri interessi da cui consequenzialmente sono scaturite le condizioni sfavorevoli accettate dal danneggiato (Cir) in sede transattiva”. Lo sottolinea il verdetto sul Lodo.

Insomma, la Cassazione promuove a pieni voti la sentenza della Corte d’Appello, che al limite è “troppo analitica“:

“Se un rilievo può essere mosso alla motivazione della Corte, è quello di risultare talvolta fin troppo analiticamente argomentata”: così la Cassazione nelle motivazioni sul Lodo Mondadori promuove a pieni voti la sentenza di secondo grado emessa dalla Corte d’appello di Milano il 9 luglio 2011, ‘difendendola’ dai motivi di ricorso dei legali della Fininvest. Tra questi, i supremi giudici hanno ‘rintuzzato’ anche quello che sosteneva che a Fininvest sia stato inflitto un risarcimento da considerare come “danni punitivi”.

Dei tanti motivi che hanno costituito il ricorso della Fininvest in Cassazione, la Suprema corte ha accolto solo quello della

“censura afferente alla ulteriore liquidazione, in via equitativa, del danno conseguente alla pretesa diversità di situazione di mercato in cui ebbe a versare la Cir in epoca immediatamente precedente il deposito del Lodo”. Secondo la Corte è una “valutazione del tutto ipotetica” e per questo deve essere cassato senza rinvio il relativo capo di sentenza, “con conseguente detrazione della complessiva somma dovuta alla Cir dell’equivalente importo di lire 46.552.025.071 a tale titolo liquidati”.

Secondo la Cassazione è “corretto e conforme ai possibili criteri di valutazione equitativa del danno”, il risarcimento liquidato dai giudici in favore della Cir nella vicenda del Lodo. De Benedetti, secondo i giudici, ha ricevuto “il giusto”:

“Nessuna ipotesi di illegittima overcompensation o di ingiustificato arricchimento (come erroneamente paventato dalla ricorrente Fininvest) si è nella specie verificata”.

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