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Berlusconi detta la linea: difesa di Renzi, scissione Pd, vittoria finale

di Warsamé Dini Casali |22 Gennaio 2014 11:19

Berlusconi detta la linea: difesa di Renzi, scissione Pd, vittoria finale

ROMA – Non ascolteremo più esponenti di Forza Italia attaccare Matteo Renzi in tv. Il segretario Pd va invece difeso in tutti i modi, l’ordine tassativo giunge direttamente da Berlusconi: e infatti, da Renato Brunetta a Daniela Santanchè, l’apprezzamento per Italicum arriva pieno e senza incrinature. La legge elettorale va approvata così com’è. Tanto peggio per Angelino Alfano che oggi invoca le preferenze protestando contro “il Parlamento dei nominati” e dimenticando che, ricorda con perfidia Berlusconi, che proprio lui è il primo dei nominati:

“Ma di che cosa sta parlando? Ma se l’ho nominato io, lui? Quali preferenze? Avesse almeno la decenza di tacere”. (Tommaso Labate, Corriere della Sera)

La strategia di Berlusconi è chiara: legge elettorale blindata al fianco di Renzi, scissione del Pd che non regge all’urto, riconoscimento del suo ruolo di padre costituente e tanti saluti alle pretese dei magistrati, tanto più che nessuno oggi parla più della “Grande Ombra della sentenza della Cassazione”. Tanto più che a Strasburgo, nel silenzio generale, è stata ritenuta ricevibile il ricorso di un candidato alle regionali del Molise sulla retroattività della legge Severino. Potrebbe rappresentare la breccia nel muro dell’incandidabilità per presentarsi alle elezioni. E vincere, visto che i sondaggi già accreditano il centrodestra già potenzialmente in grado di aggiudicarsi il premio di maggioranza anche con le simulazioni impostate sull’Italicum.

E’ un percorso a tappe: la difesa di Renzi va di pari passo con la demonizzazione martellante della sinistra Pd e del governo Letta, per acuire le contraddizioni nel Pd e accompagnarlo alla scissione (di cui ha avvertito gli scricchiolii prima alla Direzione e domani li sentirà amplificati con la discussione in Commissione Affari Costituzionali dove Rosy Bindi ha già annunciato un Vietnam contro Renzi che è in minoranza). Sente di avere in mano un “poker d’assi” Berlusconi, che vede nell’approvazione delle Riforme in Parlamento solo una chance per crescere ancora con la riserva che se il pacchetto legge elettorale non viene incassato tutto intero potrà far saltare il tavolo (ultimatum speculare a quello di Renzi) addebitando ad altri i danni eventuali.

La concessione del ballottaggio, definito da altre sponde il vero capolavoro tattico di Renzi, è il male minore, “perché quello che abbiamo da guadagnare è più di quello che abbiamo da perdere”. Parole (ufficiose e registrate dal retroscenista del Corriere Tommaso Labate) che frullano nella testa dei nemici interni di Renzi come la prova che Berlusconi la linea l’abbia dettata ai suoi un momento dopo averla imposta allo stesso sindaco. 

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