Berlusconi si è dimesso. Urla e insulti al Quirinale. Ora tocca a Monti

Silvio Berlusconi (LaPresse)

ROMA – Silvio Berlusconi si è dimesso dall’incarico di presidente del Consiglio dei Ministri. Il premier ha lasciato alle 21: 40 dopo che, poco prima delle 18, la Camera dei deputati aveva dato il via libera, con 380 sì e 26 no, alla Legge di Stabilità.

Nessun colpo di coda, quindi. Tutto è andato come già annunciato, con tanto di nota sul sito web del Quirinale,  martedì scorso, dopo il voto alla Camera sul rendiconto dello stato.

Berlusconi è uscito da Palazzo Grazioli alle 20:50. Ad attenderlo una folla di contestatori che lo ha apostrofato con un “buffone buffone”. E’ arrivato al Quirinale pochi minuti dopo. In quel momento, nella piazza che festeggiava, per un attimo è sceso il silenzio, come a voler sottolineare l’attimo. Tensione, poi, quando sono arrivati i Carabinieri.

A questo punto il Capo dello Stato Giorgio Napolitano può aprire le consultazioni per la formazione di un nuovo governo. Lo scenario più probabile, nonostante le divisioni interne al Pdl, resta quello di un mandato a Mario Monti. Tempi rapidi: l’incarico potrebbe arrivare già domenica sera. Quasi impossibile che Napolitano decida di attendere fino a  lunedì mattina.

Per Berlusconi, quelle comprese tra le 17:30 e le 21:30 sono state tre ore durissime: i suoi spostamenti sono diventati una piccola via crucis, con contestazioni in ogni spostamento. Berlusconi è arrivato a  palazzo Chigi attorno alle 18 e là è stato contestato. Le proteste sono durate per tutto in consiglio dei ministri. Stesso copione all’uscita (attorno alle 19) e sotto palazzo Grazioli, dove Berlusconi ha presenziato all’ufficio di presidenza del Pdl.

Nel  primo pomeriggio di oggi, prima di dimettersi, Berlusconi ha avuto un lungo colloquio proprio con Monti. L’oggetto della discussione è stato soprattutto Gianni Letta: l’ex presidente del Consiglio lo vorrebbe nel nuovo governo. Monti, invece, preferirebbe un governo puramente tecnico. La mediazione è difficile anche perché il tempo stringe e in serata dall’ufficio del Pdl sono arrivati una serie di paletti per il sì a Monti. Non solo Letta vice premier. Il Pdl, per appoggiare Berlusconi chiede anche un programma che si attenga rigorosamente alla lettera della Bce. Inoltre il Pdl chiede anche la non ricandidatura di monti alle prossime elezioni.

Lunedì, all’apertura della Borsa,  tutto deve essere pronto. I mercati ci hanno accordato una tregua. Senza un nuovo governo non durerà.

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