Berlusconi, dove farà servizi sociali? A Roma. Don Mazzi, Capanna, Radicali…

Berlusconi, dove farà servizi sociali? A Roma. Don Mazzi, Capanna, Radicali...
Berlusconi, dove farà servizi sociali? A Roma. Don Mazzi, Capanna, Radicali… (foto Lapresse)

ROMA – Dove farà i servizi sociali Silvio Berlusconi? Da Don Mazzi, dai Radicali, da Mario Capanna? L’unica cosa certa è che li farà a Roma, visto che ha spostato la residenza a Palazzo Grazioli.

Gianni Barbacetto sul Fatto Quotidiano riepiloga l’elenco delle associazioni e delle onlus che si sono offerte ad ospitarlo:

Mario Capanna, ex leader del Sessantotto milanese, aveva offerto a Berlusconi di svolgere i servizi sociali presso la sua Fondazione GenEticaMente, un centro internazionale di ricerca scientifica. Don Antonio Mazzi si era detto disponibile a farlo lavorare nella sua associazione Exodus, dove offre ospitalità e lavoro a tossicodipendenti, già frequentata da un altro condannato in passato molto vicino a Berlusconi, Lele Mora. Tra le associazioni che in queste settimane sono state citate come possibile approdo per il “recupero” del – l’ex presidente del Consiglio ci sono anche il Ceis di don Mario Picchi, “Nessuno Tocchi Caino”, la onlus Mediafriends o quella del Milan. Ma a decidere sarà il Tribunale di sorveglianza, che molto probabilmente scarterà ogni soluzione lontana dalla nuova residenza chiesta dal condannato, ossia palazzo Grazioli a Roma.

Emilio Randacio su Repubblica ha invece riassunto le tappe legali della vicenda:

Ora, il primo obiettivo i legali Franco Coppi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, lo hanno già ottenuto. Entro martedì, infatti, dovevano fare sapere ufficialmente ai giudici come il loro assistito intendeva trascorrere quei dodici mesi di condanna (gli altri tre anni per frode fiscale sono coperti da indulto). Senza una comunicazione, la procura sarebbe stata costretta autonomamente a ordinare l’esecuzione della pena e imporre gli arresti domiciliari di Berlusconi. Misura decisamente più drastica e con vincoli e divieti precisi sui contatti con il mondo esterno.

Ma, continua

i dettagli verranno comunicati più avanti, come d’altronde permette anche il codice. Nell’istanza, infatti, non è indicata ancora alcuna onlus o associazione presso cui il condannato intende trascorrere il periodo di «affidamento in prova», anche se è certo che Roma sarà la città in cui il Cavaliere sconterà la sua pena. Del resto è a Palazzo Grazioli che ha trasferito la sua residenza.

Anche Barbacetto torna sui dettagli “tecnico-legali” della vicenda:

il Tribunale di sorveglianza di Milano, dopo aver deciso la sorte del condannato, passerà la sua gestione pratica al Tribunale di sorveglianza di Roma, che dovrà vigilare sui suoi orari di uscita e rientro a casa e sulle persone frequentate (ai condannati è vietato incontrare pregiudicati e malavitosi). Dovrà anche concedere (o rifiutare) i permessi per svolgere l’attività politica, partecipare a incontri e riunioni e presenziare a manifestazioni pubbliche. Il punto di riferimento del condannato affidato in prova sarà l’Uepe di Roma, cioè l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Via Ostiense, con i suoi operatori e i suoi assistenti sociali. Con loro dovrà avere certamente a che fare. Se poi sarà accettato un programma rieducativo di lavoro, Berlusconi potrà passare alcune ore la settimana presso una struttura o un’organizzazione adeguate.

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