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Berlusconi ai suoi: “Prepararsi alle urne”. Una raffica di no a finiani e Napolitano

di Emiliano Condò |22 Agosto 2010 17:34

No al governo tecnico, no al partito di Fini, no alle “manovre di palazzo”, no alle trattative sui cinque punti per continuare a governare. E no, anche se solo tra le righe, ad eventuali tentativi del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di cercare soluzioni alternative in caso di crisi dell’esecutivo. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non ha nessuna intenzione di abbassare i toni dello scontro e in una domenica d’agosto calda e trafficata  si rivolge ai “promotori della libertà” e spiega che , nel caso in cui non ci fosse più una maggioranza coesa, ”la strada maestra non può essere che quella di ritornare davanti al giudizio del popolo che è sovrano”.

“Chi dice il contrario, invocando magari dei formalismi costituzionali sa bene, benissimo, di dire una falsità. ‘E’ davvero singolare – aggiunge Berlusconi – che a credere nella sovranità del popolo e nel rispetto della democrazia sia il premier, cioè il sottoscritto, che tante volte è stato indicato dalla sinistra come un dittatore, ed è anche davvero paradossale che chi a sinistra si è sempre professato paladino della democrazia, oggi tema come una catastrofe il giudizio popolare. Un timore questo che, purtroppo, sembra diffuso non soltanto a sinistra”.

Pronti per il voto a breve. Il premier chiede ai suoi di ”riorganizzare sul territorio la presenza del Popolo della libertà, la nostra presenza e la presenza di tutte le nostre componenti piu’ dinamiche, per realizzare appunto una presenza attiva e capillare in ciascuna delle 61 mila sezioni elettorali, in ciascuno dei 61mila dipartimenti elettorali in cui e’ ripartito il nostro Paese, e dobbiamo essere pronti a qualsiasi evenienza, come quella ad esempio di elezioni entro poco tempo”

Cinque punti non negoziabili. Qualora la coesione della maggioranza venisse meno anche su uno solo dei punti del documento programmatico, ripete ancora una volta il premier ”non accetteremmo mai di farci logorare in un tirare a campare in discussioni continuative che erano tipiche di molti governi della prima repubblica”.

Berlusconi rifiuta anche ”la prospettiva di dover negoziare al ribasso quell’azione riformatrice su cui noi ci siamo impegnati e su cui vogliamo essere assolutamente coerenti, mentre altri pensano di farne oggetto di un mercato politico che per noi è avvilente ed hanno l’obiettivo fin troppo scoperto di ribaltare il risultato del voto popolare”.

Riforme. Berlusconi poi, ribadisce la priorità delle riforme: ‘Vi assicuro che il vostro auspicio è anche il mio, cioe’ quello di realizzare le riforme per le quali gli italiani ci hanno votato, confermando la loro fiducia nella maggioranza di governo, in tutte, tutte le tornate elettorali degli ultimi due anni, quindi questo e’ per noi un impegno assoluto, un impegno prioritario, un impegno che e’ mio e dell’intero governo”. ”In questi pochi giorni di sosta – afferma Berlusconi – ho ricevuto e ho letto moltissimi vostri messaggi di solidarietà e di incitamento a portare avanti l’azione del governo per realizzare il nostro programma, quel programma di riforme che e’ stato votato dalla maggioranza degli italiani, e di farlo senza cedere alle tante pressioni contrarie dei nostri avversari”.

”Nelle prossime settimane – aggiunge il premier – si vedrà la differenza tra chi, come noi, vuole fare le grandi riforme, e chi al contrario vuole soltanto perseguire obiettivi di potere e di carriera nell’esclusivo tornaconto della propria aziendina politica, anteponendo l’interesse particolare a quello generale”.

No al partito di Fini. Il premiere, poi, definisce la creazione, da parte dei cosiddetti parlamentari finiani, di un gruppo autonomo in Parlamento “un’ iniziativa paradossale se si considera che sono stati tutti eletti sotto il simbolo del Popolo della libertà con la scritta ”Berlusconi presidente”’.

Il premier ribadisce l’intenzione di andare avanti ma ”c’e’ però un primo passo da fare ed è un passaggio obbligato. E’ diventato dopo di questo necessario verificare la coesione e la tenuta della maggioranza che sostiene il nostro governo prima di poter procedere al varo di provvedimenti, che sono provvedimenti molto importanti di realizzazione del programma”.

Manovre di Palazzo. Secondo Berlusconi, poi, “sarebbe un atto fortemente antidemocratico, addirittura offensivo della sovranità popolare, partecipare a dei nuovi giochi di palazzo per tentare di cambiare, di sovvertire il risultato elettorale e portare al governo chi le elezioni invece le ha perse, e questo credo che e’ qualcosa che non si puo’ da parte nostra assolutamente accettare”. ”Lo dico – sostiene Berlusconi – con assoluta serenità, con assoluta tranquillita’: in democrazia cio’ che conta e’ il mandato popolare, e governa chi ha ricevuto i voti per farlo. Grazie al bipolarismo, sono ormai alcuni anni che gli italiani hanno imparato a votare un leader e una coalizione, sapendo che chi prende più voti dell’avversario è legittimato a governare. E questo, direi, che e’ il portato nuovo della politica italiana che e’ intervenuto con la nostra discesa in campo”.

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