Il piano di Berlusconi per il voto. Primarie addio, con Pd e Udc anche nel 2013

Silvio Berlusconi (Foto LaPresse)

ROMA – Un nuovo esecutivo di larghe intese con Pd e Udc anche dopo le elezioni del 2013 e il sistema elettorale proporzionale per restare al governo: sarebbe il piano di Silvio Berlusconi secondo Carmelo Lopapa, cronista di Repubblica.

Una scelta obbligata, secondo Lopapa, visti i sondaggi che danno al Pdl percentuali in caduta libera. Una scelta che, nei piani di Berlusconi secondo Repubblica, vedrebbe ancora Mario Monti alla guida dell’esecutivo.

L’unica diversità, secondo Lopapa, sarebbe che Berlusconi dal 2013 vorrebbe aprire più ai politici che ai tecnici.

“Sebbene nei disegni berlusconiani le larghe intese versione 2013 dovranno aprire ai politici, non certo a una riedizione dei tecnici. ‘Le locuste dovranno tornare a mangiare’ come argomenta a Montecitorio con sagacia un componente del precedente governo. Quel che conta sarà restare in ogni caso con un piede dentro Palazzo Chigi. Il Pdl è in caduta, ma con un sistema per il 70-75 per cento proporzionale con preferenze (si parla di tre, come nel meccanismo per l’Europarlamento), un 25-30 con liste bloccate e nessun premio di coalizione, il gioco è fatto. Il partito può pure scendere al 20, ma ‘Pd e Udc da soli non potranno formare un governo in un Parlamento con Grillo che viaggia a quelle percentuali lì’, sostiene Berlusconi.

Archiviata anche l’ipotesi di primarie nel Pdl, idea cara al segretario Angelino Alfano.

“Il Cavaliere le ha cancellate: ‘Le migliori primarie saranno le politiche’, va ripetendo. Lui in campo, dunque campagna elettorale aggressiva per raccogliere quanti più voti possibile, ma per rilanciare all’indomani la grande coalizione. ‘Si deve andare verso una maggioranza che comprende chi scommette sull’Euro’ spiega da Strasburgo il capogruppo Mario Mauro. E non è stata affatto avversata da Berlusconi, al contrario, qualcuno dice ‘ispirata’, l’intervista al Foglio con cui Franco Frattini ha intimato: ‘O lasciamo che si crei attorno a Monti un larghissimo schieramento vincente, accettando di diventare marginali, oppure ci proponiamo come forza responsabile’.

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