Equitalia “strozzina”, Euro “truffa”, Germania “fuori”: Berlusconi ripete lo show

Pubblicato il 27 Settembre 2012 - 20:00 OLTRE 6 MESI FA
Silvio Berlusconi alla presentazione del libro di Renato Brunetta, con Giuliano Ferrara (Foto LaPresse)

ROMA – A quelli di Equitalia dà degli strozzini, dice che il Fondo Salva Stati ci porterà alla rovina, che se la Germania esce dall’euro non è poi una tragedia e che invece per l’Italia il dramma fu passare dalla lira all’euro. Torna il Silvio Berlusconi in grande forma, tornano i suoi show, quelli a cui da sempre ci ha abituati. Tra i suoi cavalli da battaglia, alla presentazione del libro di Renato Brunetta “Il grande imbroglio”, mancano solo i comunisti che si mangiano i bambini e le toghe rosse.

La scena che si è stagliata davanti al pubblico è questa: Silvio Berlusconi, in forma e dimagrito, stretto tra Giuliano Ferrara (che il Cavaliere chiama Giovanni e che gli risponde dandogli del “imbroglione”) e l’ex ministro Brunetta. Il Cavaliere aspettava questo momento da molto tempo evidentemente e si sfoga come meglio sa e può. Il suo è uno show, e anche uno spettacolo a tratti delirante.

Inizia con l’euro e dice: ”Il grande imbroglio non è il governo tecnico, quello che è successo e quello che succede in Italia ma il grande imbroglio è l’euro”. E ancora: ”Cambiare un euro per 1.927 lire (erano 1.936,27 lire in realtà, ndr) è una somma che è stata un suicidio”.

Poi si passa alla geopolitica europea e Berlusconi ricorda che ”la Germania viene dalla Repubblica di Weimar, un’esperienza che prostrò l’economia tedesca e aprì le porte a Hitler e al nazismo. Per questo la Bundesbank e la Merkel hanno nelle loro radici il terrore dell’inflazione e per questo la principale missione della banca centrale europea è quella di coprire l’inflazione”. Poi continua: ”Io ho sostenuto battaglie plurime in Europa contro chi voleva dare a tutto l’impianto europeo solo regole di austerity nell’illusione che portassero al rialzo dell’economia. Ma ero una voce isolata”.

E ancora, come un fiume in piena: “Il fiscal compact esprime le idee di una politica di una Germania che è un Paese egemone e non è solidale. Dissi che l’Italia non poteva caricarsi l’onere di ridurre il debito pubblico di 45 miliardi, posi il veto e il Consiglio si bloccò. Io non mi spaventai, mi riunii con Junker e al telefono con Tremonti ed espressi la mia contrarietà. Non riuscii a convincerli. La rigidità porta austerity che non porta la crescita e se non aumenta il pil si va verso la recessione”. Poi l’attacco al Salva Stati: ”Per avere aiuti bisogna firmare un memorandum che contiene norme di austerity. Norme che portano l’economia al collasso e a una spirale recessiva” e l’affondo alla Germania: “Ci sono due possibilità perchè gli stati europei indebitati possano tornare ad avere investimenti decenti. Uno è che ”si arrivi alla situazione che la Banca centrale europea sia banca prestatore di ultima istanza”, l’altra è “che la Germania esca dall’euro. Non sarebbe una tragedia”.

Quindi l’attacco a Equitalia: “Colpevole di fare estorsione ai cittadini. O paghi e quindi la pratica viene chiusa oppure se vuoi resistere devi intentare una causa e devi essere tu a dimostrare che il fisco ha torto. Questo, aumenta il clima di incertezza se ci si aggiunge le visite plurime fatte dalla Guardia di Finanza e ampiamente pubblicizzate nei luoghi di villeggiatura”.

”Il redditometro – dice ancora – è una cosa da far paura, una cosa da Stato di polizia tributaria. Le aziende così fanno meno investimenti e meno pubblicità con il risultato di far decrescere il prodotto interno lordo”.