Berlusconi in Aula: No alla casta dei pm e nessuno schiaffo a Fini

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi si gioca tutto in Aula, dice basta all’odio e annuncia una riforma della giustizia contro “l’uso politico” della “casta” dei pm, elogia i risultati del suo governo e mostra le sue carte per una specie di rivoluzione a tutto campo. Vanta il federalismo e dà la sua ricetta per andare avanti verso la “coesione nazionale”, per ”proseguire pur nel riconoscimento delle differenze con alleanze di governo e non cartelli elettorali”. Lui, annuncia, va avanti. Niente voto, il suo è “l’unico governo possibile”.

Dispensa cambiamenti alle istituzioni e sforbiciata alle tasse per le famiglie entro la legislatura. Un discorso di quarantacinque minuti, trenta cartelle per spiegare il perché della fiducia che sarà votata alle 19, con i suoi “sicuri” 309 verso la quota di 316 che metterebbe al riparo la maggioranza.

Il premier chiederà appoggio su cinque punti: giustizia, federalismo, Mezzogiorno, fisco e sicurezza. Cinque capisaldi per sostenere la sua strategia politica, per scongiurare altre tensioni e crisi. Per riconquistare i suoi e far smettere di credere a Fini quel “senza di noi non governa”, apre un minimo e dice stop all’odio. I finiani di fatto sembrano pronti a votare sì.

Il Cavaliere sembra puntare proprio su federalismo, sicurezza, respingimenti, lotta alla mafia, politica estera, fiscalità di vantaggio per il sud, nucleare e un grande piano per le infrastrutture, compreso quello dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria che secondo lui sarà completata entro il 2013 (con grande stupore dell’Aula). “Entro dicembre sarà pronto il progetto esecutivo del ponte sullo stretto su Messina”, progetto che ”i governi della sinistra avevano liquidato in cinque minuti”. Poi ancora l’Alta velocità sulla Napoli-Bari, come aveva chiesto Raffaele Lombardo per dare i suoi voti dell’Mpa.

Se sul tavolo di palazzo Grazioli ci sarebbero dei sondaggi allarmanti sul consenso nei confronti del governo, Berlusconi per ora non intende seguire la strada del voto anticipato prima di aver incassato le riforme. E per questo ha annunciato di voler puntare sulla riforma del fisco, di voler far partire l’operazione della riduzione delle tasse e puntare sul quoziente familiare.

Il federalismo “non prevede alcuna divaricazione tra Nord e Sud Italia” ed è stato “votato anche dall’opposizione. Attuare il federalismo significa rafforzare lo Stato, che non svolgendo le funzioni che spettano alle entità federate è in grado di meglio svolgere le funzioni essenziali”. ” Non comporterà alcun aggravio né ulteriori costi, ma anzi favorirà il restingersi dell’area dell’evasione fiscale. Con il federalismo fiscale nascerà la nuova Italia delle autonomie, attenta alle esigenze dei cittadini, della responsabilità fondamento del nuovo patto nazionale”.

Il presidente del Consiglio ha sottolineato anche che “il nuovo assetto realizzerà tutte le autonomie ordinarie, nel rispetto di quelle speciali, con l’impegno di salvarne le peculiarita’”. In questo modo “si compie una delle missioni di questi anni”. “Il governo non ha commesso l’errore, che molti altri governi hanno commesso in Europa, di aumentare in deficit la spesa pubblica, nella speranza che questo avrebbe fatto ripartire il Pil”.

Silvio Berlusconi rivolgendosi a Giulio Tremonti, seduto alla sua sinistra al banco del governo, ha sottolineato davanti all’Aula della Camera le “scelte giuste” in campo di politica economica e fiscale “che ci hanno consentito di superare la crisi e non di finire come altri Paesi europei, alle prese con deficit pubblici ritenuti non sostenibili dai mercati e esposti quindi agli attacchi della speculazione finanziaria”. Berlusconi è tornato a sottolineare in ambito nazionale che il governo “ha evitato licenziamenti di massa”, sostenendo invece il ricorso alla cassa integrazione.

“Senza creare ulteriore deficit, il governo intende varare entro la legislatura una serie di norme che consentano una graduale riduzione della tassazione su famiglie e imprese“. Poi ha sottolineato che “resta fondamentale l’obiettivo del quoziente familiare”, che “si sta sviluppando in una rete di comuni, tra cui la Capitale”.

”L’obiettivo del governo è ridurre la pressione fiscale e disboscare la grande giungla di un sistema fiscale rimasto invariato nelle sue parte fondamentali, fin dalla riforma dei primi anni 70, tenendo conto delle esigenze del bilancio pubblico e sulla base della lotta evasione: senza creare deficit il governo intende intervenire entro la legislatura al varo di norme con revisione su famiglie lavoro, ricerca”.

Sulla giustizia ha assicurato: “Occorrerà intervenire sul Csm” con “la separazione delle carriere” e “l’introduzione della normativa sulla responsabilità dei magistrati che sbagliano”. ”La giustizia è un pilastro fondamentale dello Stato di diritto. L’uso politico è un elemento di squilibrio”. A proposito del ”tema della ragionevole durata dei processi”, che rappresenta una ”piaga” per troppi cittadini in attesa di un giudizio definitivo, ”il governo presenterà a breve un piano straordinario per lo smaltimento dei processi” e la ”delega” per la riforma della magistratura ordinaria. In questo contesto ”riteniamo indifferibile un ulteriore aumento delle risorse della giustizia”. Poi ancora: “Il Parlamento deve essere libero e forte, la democrazia vive con il Parlamento. Tra Parlamento e governo non vi può essere contrapposizione, questa è  la mia convinzione, questo è lo spirito con cui mi rivolgo a voi”.

Berlusconi ha fatto anche un riferimento alla minoranza che ”deve avere rispetto per la legittimità della maggioranza e del governo”. “Vedo troppo odio in giro, un odio che può armare la mano dell’eversione”. Secondo Berlusconi “i segnali si sono intensificati e tutti dobbiamo esserne preoccupati”. Il presidente del Consiglio ha premesso che “L’Italia, unico paese dell’Occidente, sembra rimanere vittima di un passato che non passa. Dovremmo lasciarci definitivamente alle spalle i residui della guerra fredda. In giro c’è troppo odio. Si sono moltiplicati i segni dell’intolleranza politica e dovremmo esserne tutti preoccupati”.

In tema di mafia ha detto: ”Mai nella storia della Repubblica sono stati inferti tanti colpi alla mafia e alla criminalità organizzata. Abbiamo approvato la normativa antimafia più efficace al mondo per contrastare la criminalità organizzata”.

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