ROMA – A.A.A. cercasi regista disperatamente. Silvio Berlusconi pensa già alla campagna d’autunno, quella della sua ennesima ri-discesa in campo. E lo fa progettando un film autobiografico che mostri agli italiani tutti “la sua verità”. Dagli opuscoli cartacei ai videomessaggi, il Cavaliere d’altra parte non è nuovo a questo tipo di operazioni. Era il 2001 e le case degli italiani venivano inondate da un opuscoletto celebrativo. “Una storia italiana” era l’operazione di propaganda/marketing ideata da Silvio Berlusconi per ottenere consenso, previa elencazione delle opere e delle gesta del politico, dell’imprenditore e del padre di famiglia. Passano altri dieci anni abbondanti, Berlusconi nel frattempo s’è dimesso tra i fischi per lasciare il posto a un team di professori che nell’immaginario dell’italiano medio sono diventati i “salvatori della patria”. Una bella grana per Berlusconi. E come farà adesso a recuperare terreno, lui che ora è in disparte, lui che oggi non può nemmeno andare liberamente a Porta a Porta senza suscitare le ire del segretario Pdl Alfano?
Berlusconi sta dunque progettando il colpo grosso, quello che lo riporterà nel cuore degli italiani. Sarà un film stavolta a celebrarlo. Il Cavaliere ha scritto il soggetto e ora cerca un regista. Ha messo insieme vecchi filmati e interviste e in autunno è prevista l’uscita del docu-film, in concomitanza con il congresso del Pdl, quando potrebbe cambiar nome e segretario al partito. Ma dove uscirà il film? Al cinema? Sulle sue televisioni? Sul web? Sulla tv della Libertà? Ancora presto per saperlo, qualche anticipazione arriva dal Corriere della Sera: Il docu-film, nei piani di Silvio, farà conoscere al grande pubblico l’opera omnia del Berlusconi politico. E ripristinerà la «sua» verità storica, dalla discesa in campo del 26 gennaio 1994 («L’Italia è il Paese che amo…»), fino alle dimissioni del 12 novembre 2011. Diciotto anni di storia recente che a Palazzo Grazioli chiamano scherzosamente «il ventennio».
Al momento Berlusconi ci si sta dedicando a tempo pieno: Una montagna di materiale raccolto e supervisionato da Roberto Gasparotti, lo storico collaboratore di Berlusconi che cominciò come cameraman per diventare, anno dopo anno, il regista di ogni uscita pubblica. Fu lui a realizzare il videomessaggio del ’94 per i tiggì, lui a piazzare il celebre collant davanti all’obiettivo per spianare le rughe e sarà lui, il riservatissimo Gasparotti, a realizzare (da supervisore) la pellicola sui primi quattro lustri di Berlusconi in politica. L’idea è quella di un «film verità» dopo «Il Caimano » di Nanni Moretti e il più recente «Silvio Forever», l’autobiografia non autorizzata sceneggiata da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella e diretta da Roberto Faenza.
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