Berlusconi cede sul processo breve: “Non sarà nella mozione giustizia”

Silvio Berlusconi

Si guardano a vista berluscones e finiani, in attesa del discorso di domani di Gianfranco Fini. Silvio Berlusconi è teso, è preoccupato e manda un messaggio chiaro agli ex compagni di partiti tramite il solito sito dei “Promotori della Libertà”: se manca il sostegno della maggioranza c’è il voto, chi rimane invece ha la mia amicizia e mi ricorderò di loro nelle liste elettorali. Poi però annuncia che nel documento del Pdl, su cui verrà chiesta la fiducia alle Camere, non ci sarà il processo breve, come invece da lui stesso annunciato solo poche settimane fa. Una vittoria per Fini, un segnale chiaro per i finiani, un segnale di mediazione proprio alla vigilia dell’attesissimo discorso di Fini, quello con cui il presidente della Camera potrebbe decidere di porre fine alla maggioranza. O, forse, una mossa voluta da Berlusconi che ora, con l’aiuto del ministro Angelino Alfano, prova la strada del Lodo Alfano costituzionale per “salvarsi” dai processi, accantonando quella troppo irta di pericoli del processo breve.

Processo breve. ”Nella mozione, sulla giustizia – sostiene Berlusconi – per quanto mi riguarda non dovrebbe esserci il cosiddetto processo breve, che dovrebbe invece essere finalmente un processo per tutti di ragionevole durata e cioè di una durata massima di sei anni e mezzo, molto di più di quel che durano i processi nelle vere democrazie. Ma siccome quando si tratta di giustizia e di processi non c’e’ una norma che non tocchi, non riguardi uno dei tanti processi o meglio delle tante aggressioni che mi sono state rivolte in questi anni per tentare di sovvertire il voto degli italiani, anche se questa norma e’ giusta ed anzi assolutamente doverosa , la sinistra e i suoi giornali la fanno diventare uno scandalo e la mettono al centro di una campagna ancora e sempre contro di me. Allora io voglio rassicurare ancora una volta la sinistra”.

”Per quanto mi riguarda – aggiunge – dentro la mozione sulla giustizia che porteremo all’approvazione del Parlamento prossimamente non dovrebbe esserci alcun riferimento a questo cosidetto processo breve. E quindi, per favore, la piantassero di fare tanto baccano e pensassero piuttosto al loro vuoto di idee, di programmi e di leader”.

La difesa della legge elettorale. Silvio Berlusconi difende l’attuale legge elettorale perche’ rispetta il principio della democrazia liberale ma ”a questo principio sacrosanto l’opposizione di sinistra prigioniera del passato continua a preferire i vecchi giochi di Palazzo. L’obiettivo fin troppo scoperto e’ quello di sovvertire il verdetto elettorale e di portare al governo loro stessi, cioe’ chi ha perso le elezioni”.

”E voi – dice Berlusconi rivolto ai Promotori della Liberta’ – nei contati con gli altri dovete denunciare ai nostri elettori questo continuo tentativo eversivo” di ribaltare il voto e ‘di ribaltare la democrazia con il soccorso di alcuni magistrati di sinistra”.

”Di questa legge elettorale, super criticata dalla sinistra – sostiene – certo non si puo’ dire che non rispetti il principio basilare della democrazia liberale: e cioe’ che il popolo sia sovrano. In Italia infatti grazie a questa legge, e’ finalmente il popolo che con il suo voto al contrario di quanto succedeva prima, decide chi sara’ il presidente del Consiglio, quali saranno le alleanze di governo e quale sara’ il programma che il governo e la maggioranza parlamentare si impegnano a realizzare. A questo principio sacrosanto, l’opposizione di sinistra, prigioniera del passato, continua a preferire i vecchi giochi di Palazzo. L’obiettivo fin troppo scoperto e’ quello di sovvertire il verdetto elettorale e di portare al governo loro stessi, cioe’ chi ha perso le elezioni”.

Il governo d’estate ha lavorato. ”Ci lasciamo alle spalle un’estate riempita di chiacchiere inutili, stravaganti, deprimenti, un’estate di troppa politica politicante e lontana dalle iniziative concrete – dice poi Berlusconi – insomma quel vecchio mai tramontato teatrino della politica che ha ormai disgustato tutti gli italiani”.

”E’ stato davvero un agosto ”politicamente” folle, occupato da diatribe che nulla hanno a che fare con il concreto operare del Governo”. ”Comunque – puntualizza – il presidente del Consiglio e il Governo hanno pensato soltanto a lavorare. Mentre gli altri erano indaffarati nelle chiacchiere, noi ci siamo impegnati, lavorando anche in agosto, per sostenere la ripresa dell’economia e rimettere in moto lo sviluppo del nostro Paese, dopo averne consolidato i conti pubblici grazie alla politica del rigore”.

‘Come voi – sostiene Berlusconi – abbiamo sentito in questo periodo tante, troppe parole che non volevano dire nulla: soprattutto da parte dei nostri avversari dell’opposizione che sembrano avere solo due ossessioni: e quella di insultare il Capo del Governo attribuendogli le peggiori nefandezze e quella di cambiare una legge elettorale che invece funziona benissimo, e che ha dimostrato di consentire la governabilita’ del Paese”.

”Quanto al nostro governo, noi – puntualizza il presidente del Consiglio – sia nel mese di luglio che in agosto, mentre gli altri producevano solo chiacchiere e veleni, abbiamo continuato a lavorare in silenzio. Abbiamo tenuto a cuore ad esempio gli interessi di quei milioni di piccoli e medi imprenditori che sono la grande risorsa della nostra economia e soprattutto abbiamo cercato di aprire per loro, per i loro prodotti e per le loro esportazioni, prospettive nuove grazie a una concreta diplomazia commerciale attuata sul campo in ogni paese. Abbiamo anche elaborato le priorita’ e gli interventi concreti sui quali il Parlamento dovra’ pronunciarsi nelle prossime settimane, a cominciare dai cinque punti programmatici nei quali abbiamo sintetizzato le riforme che sono appunto prioritarie e che intendiamo realizzare entro questa legislatura e cioe’: la riforma tributaria, il federalismo fiscale, la sicurezza, l’immigrazione, il rilancio del Sud e la riforma della giustizia”.

Rimane teso il clima tra ex compagni di partito, alla vigilia del discorso di Fini. Silvio Berlusconi è preoccupato per i suoi processi, in vista dell’approdo della legge sul legittimo impedimento al vaglio della Corte Costituzionale il 14 settembre. Angelino Alfano è già al lavoro, dopo l’incontro di giovedì con il Capo dello Stato, per rendere più “appetibile” il disegno di legge sul processo breve ai finiani (che ripetono: se viene mantenuta la norma transitoria non lo votiamo) e al Colle. Allo stesso tempo cerca un’alternativa per garantire comunque al premier una “copertura giudiziaria” per i suoi processi, in primo piano quello Mills la cui sentenza potrebbe arrivare già in tarda primavera. Un’idea è, ad esempio, quella di accelerare la discussione in Parlamento del Lodo Alfano costituzionale, presentato in Aprile del 2010 ma accantonato quasi subito. Da qui l’annuncio di Berlusconi sulla rinuncia al processo breve. Palazzo Chigi cerca un’alternativa e tenta di cambiare strada.

Ad ogni modo Berlusconi è teso e aspetta le mosse dell’ex confondatore del Pdl. Sembra che ai suoi abbia detto: “Fini e i pm mi vogliono far ritirare con ignominia dalla vita politica. A Milano hanno già scritto una sentenza di condanna, vogliono la mia morte politica dopo 16 anni di impegno per il Paese”. Berlusconi aspetta una mossa falsa di Fini per dire che è stato lui a rompere l’allenaza. Ma Fini lo sa e domani ribadirà fedeltà al governo, non al Pdl o al suo leader, beninteso. “Il premier – confida uno dei luogotenenti finiani più ascoltati – dovrà rassegnarsi e accettare l’idea di una coalizione a tre gambe: noi, il Pdl e la Lega. Si deve fare questi 2 anni e mezzo di legislatura che gli restano e noi lo costringeremo ad arrivare fino alla fine”.

E siccome questa cosa è arrivata anche all’orecchio del premier, sembra che Berlusconi stia tentando di dividere i finiani e realizzare in Parlamento un “gruppo cuscinetto” per avere comunque dalla sua un buon numero di deputati e senatori. Sembra che, con l’aiuto degli ex An che gli sono rimasti fedeli, stia tentando di far nascere un nuovo gruppo parlamentare, guidato da una personalità esterna come il repubblicano Francesco Nucara, in cui possano confluire quei finiani non proprio convinti di seguire Fini nella sua avventura extra Pdl. Tanto è vero che nel discorso di oggi ai promotori della Libertà Berlusconi dice: ”Non c’e’ bisogno di ripeterlo, ma con l’occasione voglio ricordarlo ancora una volta: tutti i nostri parlamentari che, avendo prima deciso di fare parte di un nuovo gruppo, dovessero per senso di responsabilita’ e per lealta’ nei confronti degli elettori che li hanno votati, decidere di restare nel gruppo del Pdl, tutti, nessuno escluso, potranno contare sulla nostra amicizia, sulla nostra solidarieta’ e lealta’, anche nel momento della formazione delle liste elettorali”.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie