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Berlusconi, in Giunta annuncia ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo

di Daniela Lauria |28 Agosto 2013 15:48

Berlusconi, in Giunta annuncia ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo

ROMA – Silvio Berlusconi ha presentato la sua memoria difensiva alla Giunta per le immunità del Senato e in una comunicazione ha preannunciato un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per violazione dell’articolo 7 della Carta dei diritti dell’uomo. A confermarlo è il presidente della Giunta Dario Stefàno.

L’articolo 7 al quale il Cavaliere si appella recita così:

Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un’eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad un’eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.

Con questo atto Berlusconi ha dunque compiuto il primo atto formale per sciogliere il nodo della decadenza dalla carica di senatore. Intanto il Pdl guarda alla Consulta per risolvere la questione dell’applicabilità della legge Severino all’ex presidente del Consiglio. Sono stati depositati infatti questa mattina alla presidenza della giunta per le elezioni del Senato, i pareri pro veritate di giuristi e costituzionalisti per la difesa di Silvio Berlusconi riguardo il nodo della sua decadenza da senatore.

I pareri sono sei: tre redatti da penalisti (Spangher, Pansini, Marandola) e tre da costituzionalisti (Guzzetta, Nania e Caravita di Toritto – De Vergottini – Zanon). Forte di queste sei posizioni, la difesa del Cavaliere chiede che a esprimersi sull’applicabilità della legge Severino al caso dell’ex premier sia la Consulta. Di conseguenza, i lavori della Giunta dovrebbero fermarsi in attesa del pronunciamento. La prossima riunione è prevista per il 9 settembre, giorno in cui il senatore Andrea Augello svolgerà la sua relazione.

Intanto l’ex presidente della Camera, Luciano Violante, ha negato a Repubblica.it che la sua posizione su un eventuale ricorso alla Consulta fosse configurabile come un’apertura al Cavaliere, in merito alla decadenza da senatore e l’ha definita “solo un’ipotesi”.  E aggiunge: “Quirinale interessato alla mia idea? Non so. Io rispetto la posizione di Epifani (il Pd, ha annunciato il segretario del partito, voterà a favore della decadenza di Berlusconi, ndr.). Ma bisogna decidere dopo avere ascoltato le difese”. Anche “se ci fossero i presupposti potrebbe essere legittimo il ricorso alla Corte Costituzionale o, per altre ragioni, alla Corte di giustizia del Lussemburgo. Se ci fossero i presupposti, ripeto” e a deciderlo sarà la Giunta in Senato.

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