Berlusconi: Ho voluto io scissione. A Alfano ho lasciato quelli vecchi e logori

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Novembre 2013 - 14:22 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi: ho voluto la scissione. A Alfano ho lasciato i vecchi e logori

Silvio Berlusconi e Angelino Alfano

ROMA – La scissione del Pdl ideata, voluta e diretta da Silvio Berlusconi. Un modo “indolore” per liberarsi di una zavorra: ovvero di un gruppo dirigente vecchio e fatto di mestieranti.  Non strappo di Angelino Alfano, quindi, ma disegno politico preciso e finalizzato a “dare una scossa all’ambiente” o meglio  ” un partito dove anche i giovani si comportano come «vecchietti », come «professionisti della politica» che «hanno perso l’entusiasmo originario» e pensano solo a difendere il loro metro quadro di potere”.

E’ la versione che lo stesso Berlusconi dà di quanto accaduto nel passaggio da Pdl a Forza Italia e che di fatto capovolge quanto raccontato in questi giorni. Versione a cui sembra credere il quotidiano Libero che riporta le parole. Nessun tradimento, quindi. Sarebbe stato Berlusconi a voler fare a meno dei governativi.

Come racconta Libero in un pezzo a firma di Salvatore Dama Berlusconi  lo ha affermato davanti

alle persone reclutate da Marcello Dell’utri e ricevute qualche giorno fa nella sede dell’Uni – versità del pensiero liberale. Il discorso del Cavaliere è stato in parte ripreso con uno smartphone e pubblicato su Internet. A scovarlo è stato il quotidiano Europa. «I giovani sono diventati persone adulte, qualcuno è diventato vecchietto», argomenta l’ex premier, «ora c’è bisogno di nuova linfa, di entusiasmo e passione». Per cui, accanto a quelli che chiama «superstiti», cioè i lealisti che hanno deciso di seguire Silvio in questa nuova avventura, saranno lanciate nella mischia numerose «facce nuove », che settimanalmente il Cavaliere si sta personalmente premurando di selezionare.

Nella versione di Berlusconi Alfano è stato lasciato andare via con la classe dirigente più vecchia, quella da “rottamare”:

Silvio rilegge gli organigrammi di vent’anni fa, quelli di oggi, e si rimbocca le maniche: «Dobbiamo andare a tampinare qualche persona per potere ricostruire un trust di cervelli che possa presiedere il programma e la formazione degli altri». Berlusconi non vuole solo un salto generazionale ma anche un salto di qualità. Ecco allora spiegata la scissione: «È venuta fuori questa idea, quella di dividere in due il movimento». Per cui ha lasciato che con Alfano andasse «la struttura del partito che risente moltissimo dell’età» e dove «la passione e l’entusiasmo iniziali si sono trasformati in assuefazione al mestiere, alla professione politica, al piccolo potere». Lui si è tenuto Forza Italia che non a caso non si chiama partito: «È una parola che non mi piace, significa parte. Mentre Forza Italia è un’idea ecumenica, si rivolge a tutti». Di solito, ha ironizzato, in democrazia «la minoranza si accoda alla maggioranza. Nel nostro caso se n’è andata…».