“Idee pazze” di Berlusconi: “Bce stampi moneta, o stampiamoci euro da soli”

Silvio Berlusconi (Lapresse)

ROMA – “Idee pazze” per la testa ma che per ora, Berlusconi, non vuole dire. Ma che poi finisce per rivelare, tipo costringere la Bce a stampare moneta e se non lo fa uscire dall’euro e stamparla con la nostra Zecca. Il presidente del Pdl è all’assemblea dei gruppi del partito. E’ davanti a parlamentari, ad Alfano, ai coordinatori. Tutti riuniti per decidere la strategia che, nelle intenzioni, dovrà salvare l’ex “primo partito d’Italia” sprofondato negli ultimi sondaggi a terza forza del paese dopo Beppe Grillo.

Il come però, la “exit strategy”, non è affatto chiara a giudicare dalle prime dichiarazione di Berlusconi che filtrano dalla riunione.  “Ho idee pazze per la testa che per ora non voglio dirvi… Noi siamo monolitici, e come dice il nostro segretario Alfano ‘o si sta uniti, in squadra o ciascuno di noi si perderà in proprio'”. Un richiamo all’unità in un partito già abbondantemente diviso. L’ultima notizia dal Pdl parla di un’ala del partito pronta a fondare un’associazione (e in futuro magari un gruppo parlamentare autonomo) che guarda a Montezemolo. Dentro ci sarebbero persino l’ex cognata di Berlusconi e il suo ex avvocato.

Idee pazze e conigli dal cilindro: ”E’ necessario pensare – continua Berlusconi – a come cavare il coniglio dal cilindro. Bisogna che tutti noi ci riflettiamo sopra. Forse bisogna ripartire da piu’ indietro, ma non ho nessun dubbio sulla nostra formazione politica”.

“Mai vista una situazione di questo tipo, la gente è sfiduciata, è sotto choc per come viene descritto il futuro: in modo oscuro”. Subito dopo l’accenno alla riforma istituzionale che ha in mente da tempo: “Bisogna avere la consapevolezza che il Paese così è ingovernabile e lo dimostrano i 56 governi che ci hanno preceduto, durati in media 11 mesi. Il governo non può revocare un ministro – ha sottolineato ancora – e il premier non ha potere di nomina, è tutto delegato al Presidente della Repubblica o ai presidenti delle due Camere o all’Aula”.

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