Altri 500 soldati italiani andranno in Afghanistan, un’ unità di combattimento autonoma, un “battle combat”. E il contingente italiano resterà lì per altri due/quattro anni. E’ la conseguenza concreta delle dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi che annuncia di “allineaersi” alla strategia che il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, ha illustrato la notte scorsa e che chiede appunto agli alleati un ulteriore sforzo militare nel paese. Così, e con l’accoglimento in Italia di due e forse più detenuti di Guantanamo, Berlusconi cementa il rapporto con la Casa Bianca e conferma che l’Italia “farà la sua parte” perché in gioco c’è anche la lotta al terrorismo e “la nostra stessa sicurezza”.
Berlusconi condivide in pieno la strategia annunciata dalla Casa bianca che consiste in “un approccio regionale, a partire dal ruolo fondamentale del Pakistan, un rafforzamento delle attività civili nel Paese che salvaguardi i progressi già compiuti in diversi settori, uno sforzo militare supplementare adesso per porre le premesse di un più agevole disimpegno domani”.
Tre i problemi da risolvere per soddisfare in pieno le richieste del presidente Obama: dove prendere i soldati da inviare. L’unica scelta è la riduzione del contingente italiano in Bosnia o in Kosovo. Dove trovare i soldi per una nuova missione all’estero. A questo sembra averci pensato il ministro Tremonti, effettp collaterale dello scudo fiscale. E infine Bossi. La Lega voleva i soldati “tutti a casa” entro Natale. Farà buon viso a cattivo gioco. Di feste natalizie al fronte afgano per i soldati italiani, europei e americani che ne saranno almeno altri due: la data ottimistica per fine missione e il 2011. Ma forse si arriverà al 2013, come ha confermato il ministro Frattini.